Editoriale

Se vuoi la pace spendi in armi

di Adolfo Spezzaferro -


Abbiamo un problema: l’Ue si avvia sempre più verso un’economia di guerra quando la guerra l’Ue dovrebbe farla finire, in nome della sua vocazione alla pace – pilastro fondante dei valori occidentali, insieme alla libertà e alla democrazia. Ma andiamo per ordine. Il 12 aprile scorso, l’Institute for the Study of War – think tank statunitense – ha ammesso un fatto molto importante. Ossia che “l’esaurimento delle difese aeree fornite dagli Stati Uniti derivante dai ritardi nella ripresa degli aiuti militari statunitensi all’Ucraina, combinato con i miglioramenti nelle tattiche di attacco russe, hanno portato a una crescente efficacia degli attacchi missilistici e droni russi contro l’Ucraina”. Ancora, “in assenza di una rapida ripresa degli aiuti militari statunitensi, le forze russe possono continuare a infliggere gravi danni alle forze ucraine in prima linea e alle infrastrutture critiche ucraine nelle retrovie, anche con un numero limitato di missili”. Ne consegue che “la sempre più efficace campagna di attacchi russi in Ucraina minaccia di limitare le capacità di guerra a lungo termine di Kiev e di stabilire le condizioni operative affinché la Russia possa ottenere vantaggi significativi sul campo di battaglia”. L’analisi del think tank non fa che sottolineare un dato conclamato dal fronte sul Donbass. Le forze ucraine hanno sempre meno munizioni e meno missili per la contraerea. Non a caso il presidente ucraino Zelensky da un lato e il segretario Nato Stoltenberg dall’altro non fanno che ripetere che bisogna continuare a rifornire di armi e munizioni Kiev. Tuttavia una sconfitta della Nato – per interposta Ucraina – è sempre più probabile. Ciò spiega l’atteggiamento bellicoso di taluni leader europei, a partire dal presidente francese Macron. Così come spiega l’appello della presidente della Commissione Ue von der Leyen a produrre più armi e munizioni. Ma qual è la portata politica di tutto questo: precipitare l’Ue in un’economia di guerra, giustificando l’acuirsi della crisi e eventuali privazioni ai danni dei cittadini europei in virtù dell’impegno al fianco di Kiev, in difesa dei valori occidentali. Il dato di fatto è che nei bilanci dei Paesi Ue la spesa militare aumenterà a discapito dei fondi per la sanità o per l’istruzione. In linea con un trend consolidato ormai da almeno un decennio, nel corso del quale, come riporta la Banca Mondiale, l’Ue ha incrementato la spesa militare di quasi il 25 per cento.
Mutuando il celebre detto latino: Se vuoi la pace, spendi in armi. Mangeremo pane e proiettili.


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