Economia

“Incostituzionale bloccare nuove licenze Ncc”, la sentenza della Consulta sul caso taxi

di Cristiana Flaminio -


La Consulta ha deciso: ecco la sentenza che stabilisce l’incostituzionalità del divieto di rilasciare nuove autorizzazioni Ncc finché non sarà operativo il registro informatico nazionale delle imprese di taxi. Era attesa la sentenza della Corte costituzionale ed è arrivata. O meglio, oggi è stata depositata. I giudici hanno dichiarato illegittimo l’articolo 10 bis della legge 135 del 2018 che blocca le nuove licenze Ncc. La norma, secondo quanto hanno messo nero su bianco i giudici della consulta, avrebbe sostanzialmente alzato una barriera all’ingresso dei nuovi operatori per un periodo superiore a cinque anni compromettendo, in maniera seria, la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea. Causando, così, “un grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e dell’intera collettività”. Un problema che era stato già messo in luce dall’Antitrust che, come riporta la Consulta nella sentenza, aveva acceso un faro sulla necessità di “un ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea risponde all’esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta, soprattutto nelle aree metropolitane, di regola caratterizzate da maggiore densità di traffico e dall’incapacità del trasporto pubblico di linea e del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione”.

La sentenza ha scatenato numerose reazioni. A cominciare da quella degli stessi Ncc che hanno chiesto un tavolo di concertazione alla premier “per una nuova legge quadro sul trasporto pubblico non di linea”. “Oggi la sentenza della Corte Costituzionale assesta un colpo definitivo alla già traballante credibilità della legge 12-2019, che ormai solo il ministro Salvini si ostina a prendere sul serio con decreti attuativi gravemente punitivi verso decine di migliaia di operatori e aziende Ncc”, ha affermato Andrea Romano, presidente di MuoverSì Federazione Ncc e Mobilità. Che ha aggiunto: “La Corte ha messo nero su bianco quanto vivono ogni giorno sulla propria pelle milioni di cittadini italiani, di turisti stranieri e di aziende a cui si nega il diritto costituzionale alla libera mobilità: l’esistenza di una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta di trasporto pubblico non di linea, l’incapacità del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione, il grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e dell’intera collettività causato da leggi del tutto inefficaci e sorpassate”. Romano ha concluso: “Di fronte alla catastrofe del trasporto pubblico non di linea l’unica strada che dovrebbe percorrere la politica non è quella delle toppe a colori che sta seguendo Salvini in omaggio alla lobby dei tassisti, ma quella di una nuova legge-quadro che finalmente dia all’Italia regole nuove e moderne in grado di garantire il pieno diritto alla mobilità di cittadini, turisti e imprese. La nostra federazione, così come tutto il mondo Ncc, è assolutamente disponibile a dare il proprio contributo in questo senso al governo e a tutta la politica”.


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