Sergio Castellitto nella bufera: ecco tutte le accuse per sprechi e consulenze al Csc
Sergio Castellitto è nei guai. Il presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia è nella bufera per dettagliate accuse di sprechi e di consulenze ritenute non necessarie e arrivate a lambire perfino sua moglie, la scrittrice Margaret Mazzantini. Ciò – questa la miccia ultima di un vero e proprio scandalo – a fronte dell’allontanamento del dirigente Stefano Iachetti, reo di essersi adoperato per verificare la possibilità del mantenimento in servizio di 17 lavoratori.
A incendiare la polemica il vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, autore di una catena di interrogazioni rivolte all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ora dovrà prendere in carico chi lo ha sostituito in via del Collegio Romano, Alessandro Giuli.
A volere Castellitto al vertice del Centro era stato proprio Sangiuliano un anno fa, una scelta che nelle ultime settimane che lo hanno catapultato in un vortice di accuse nessuno gli aveva rimproverato. Castellitto, proprio nel settembre 2023, si era detto affascinato dall’idea di quella poltrona, che gli aveva anticipato il regista Pupi Avati. In quell’occasione il nostro giornale rammentò alcune sue parole che mettevano l’attore, in qualche modo classificato in Italia come un artista di sinistra, sul fronte dei contrari ad una certa sinistra snob.
Un mese dopo, il via libera per Castellitto. Oggi, dopo meno di un anno, l’attacco ad alzo zero di Grimaldi che non si racchiude soltanto nei dettagli delle ultime vicende.
Prima, a giugno, c’era stato un misterioso incendio nel Centro, reso noto dallo stesso Csc, poi “cancellato” dal suo sito web e, sostiene Grimaldi, “secretato”. Era stato l’incendio, non si sa ancora se doloso, di alcune pellicole in restauro, dal Csc liquidato come la distruzione di copie di film ancora custoditi (Grimaldi afferma invece che non è chiaro se a bruciare siano stati gli originali o le copie). Di quel complessivo restauro si erano occupati, negli scorsi mesi, i 17 lavoratori di cui il direttore Stefano Iachetti aveva provato a conservare le competenze verificando il loro mantenimento in servizio.
“Il presidente Castellitto – dice Grimaldi – ha licenziato il dirigente della Cineteca Nazionale Stefano Iachetti che ha svolto un ruolo importante nella difesa dei lavoratori precari. Si libera di un dipendente che lavora da 40 anni nel Csc e che ha avuto il coraggio di sostenere i 17 collaboratori lasciati a casa, gli stessi che hanno fatto fare al Centro il salto di qualità nell’informatizzazione e nella digitalizzazione – ricordo solo il restauro premiato di Ecce bombo, film di Nanni Moretti”.
“Mentre manda a casa i lavoratori – aggiunge Grimaldi – il Centro aumenta consulenze, avvocati, nuovi fedeli e spese inopportune come quelle fatte a Venezia. Nel frattempo, da Castellitto e soci nulla si sa in merito alle precauzioni prese per salvaguardare gli archivi, in particolare i nitrati, cioè i km di vecchie e preziose pellicole che non si sono irrimediabilmente distrutte nell’incendio di giugno tenuto nascosto, e che rischiano di far fare a Cinecittà la fine che Roma ha fatto con Nerone”.
Grimaldi ha fatto le pulci a Castellitto e reso noti i numeri di quanto ha accertato. I 17 tecnici precari impegnati nella digitalizzazione del patrimonio storico del cinema italiano costavano 189mila euro, gli incarichi e le consulenze della gestione Castellitto ammontano a 700mila euro. “Il bilancio di previsione 2024 evidenzia un deficit di circa 800mila euro – nota Grimaldi – , pari quasi alle consulenze attivate”.
Tra le quali quella per 105mila euro ad Angelo Tumminelli. “Sergio Castellitto – rileva Grimaldi – ci tiene a precisare come non sia il suo agente. Ha ragione. È stato il suo produttore, e comunque una persona con cui ancora in tempi recenti ha intrattenuto rapporti economici (è stato il produttore del ritorno di Castellitto sulle scene, ndr)”. Ci sono poi contratti assegnati a quattro avvocati per un totale di oltre 500mila euro, quando il Csc può avvalersi dell’ausilio dell’Avvocatura dello Stato. E poi l’affitto di una prestigiosa villa a Venezia in occasione della Mostra del Cinema. E la ciliegina finale di una consulenza liquidata per 4mila euro alla moglie di Sergio Castellitto per una sua relazione ad un convegno.
Mentre l’allontanato Iachetti – si rileva oggi da più parti – si è sempre occupato di progetti, relazioni e pubblicazioni, a latere del suo incarico principale, senza aver mai chiesto e ottenuto alcun compenso.
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