Esteri

Mosca vuole arrestare il capo dei servizi ucraini: “Terrorismo”

di Cristiana Flaminio -


La Russia incrimina il capo dei servizi ucraini delle forze di sicurezza per l’attacco al Ponte di Crimea del 2022. Il tribunale di Mosca, come ha reso noto il quotidiano russo Kommesant, di aver spiccato un mandato d’arresto nei confronti di Vasyl Malyuk. L’alto dirigente di Kiev è accusato dai russi di terrorismo dopo che egli stesso aveva ammesso il coinvolgimento delle forze ucraine del Sbu nell’attacco al Ponte di Crimea. Chiaramente, il tema è collegato alla vicenda legata all’attentato del Crocus City Hall che è costata la vita a 139 persone. Se non da un punto di vista “operativo”, lo è, per le autorità russe, da quello politico. Infatti il direttore del Fsb, i servizi russi, Aleksandr Bortnikov, ha chiesto di considerare l’Sbu alla stregua di un’organizzazione terroristica e, parimenti, di inserire il direttore dei servizi militari ucraini del Gur, Kyrylo Budanov, tra i bersagli dell’impegno bellico russo. Alla pari, ha detto Bortkinov, di “chiunque commetta crimini contro la Russia”.

Il Ponte di Crimea fu un simbolo così come oggi lo diventa il Crocus City Hall. A Mosca rimane forte la convinzione che dietro l’assalto dei terroristi tagiki dell’Isis-K ci sia stata la mano dell’Ucraina.

Intanto prosegue la guerra e le forze di difesa aeree russe hanno riferito di aver abbattuto diciotto razzi Rm-70 Vampire lanciati sulla provincia di confine di Belgorod. Il ministero della Difesa di Mosca ha riferito alla Ria Novosti che tutti i proiettili lanciati sono stati abbattuti. Mentre la Nato immagina di abbattere i missili che pioveranno “troppo vicino” al confine. E lo fa proprio mentre l’offensiva russa si fa sempre più dura e l’impegno delle forze armate sempre più serrato. Ora la paura dell’escalation e dell’allargamento del conflitto diventa, giorno dopo giorno, sempre più reale e per gli sherpa diplomatici lo spazio, che comunque resta, si fa sempre più risicato.


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