Esteri

Sfregio di Israele all’Onu: presi di mira i Caschi Blu dell’Unifil in Libano

Le Idf erano state informate in anticipo dei lavori di sgombero stradale in corso da parte dell'Unifil nella zona

di Ernesto Ferrante -


Le forze israeliane hanno attaccato i Caschi Blu dell’Unifil in Libano. Lo denuncia missione la militare delle Nazioni Unite nel sud del Paese dei Cedri con un una nota condivisa su ‘X’. “Ieri mattina, i droni delle Forze di difesa israeliane (Idf) hanno sganciato quattro granate vicino alle forze di pace dell’Unifil impegnate a rimuovere i posti di blocco che impedivano l’accesso a una posizione delle Nazioni Unite nei pressi della Linea Blu”, si legge sulla piattaforma social.

La condanna dell’Unifil

“Si tratta di uno degli attacchi più gravi al personale e alle risorse dell’Unifil dall’accordo di cessate il fuoco dello scorso novembre. Una granata è caduta a meno di 20 metri di distanza dal personale e dai veicoli delle Nazioni Unite, mentre le altre tre sono cadute a circa 100 metri”, prosegue la forza di interposizione.

“Qualsiasi azione che metta in pericolo le forze di pace e le risorse delle Nazioni Unite, nonché qualsiasi interferenza con i compiti loro assegnati, è inaccettabile e costituisce una grave violazione della risoluzione 1701 e del diritto internazionale. È responsabilità delle Idf garantire la sicurezza e l’incolumità delle forze di pace che svolgono compiti affidati dal Consiglio di sicurezza”, si precisa nel comunicato Unifil.

Israele sapeva

“Le Idf erano state informate in anticipo dei lavori di sgombero stradale in corso da parte dell’Unifil nella zona, a sud-est del villaggio di Marwahin. Per motivi di sicurezza, i lavori sono stati sospesi a causa dell’accaduto”, sottolinea ancora la missione di pace delle Nazioni Unite in Libano.

L’estensione di Unifil, “è stato successo italiano, perché si voleva interrompere prima”, aveva affermato qualche giorno fa il capo della Farnesina Antonio Tajani durante un punto stampa presso la residenza dell’ambasciatrice italiana a Copenaghen.

La reazione dello Stato ebraico è facilmente prevedibile. Il copione è già scritto. Verrà annunciata la solita indagine interna che non porterà a nulla. Dopo qualche chiamata di rimostranze che Tel Aviv aggiungerà al suo lungo archivio, si penserà alle prossime granate. Con le medesime modalità.


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