Attualità

Sgomberato il Leoncavallo. E Sala si lagna

di Rita Cavallaro -

CENTRO SOCIALE LEONCAVALLO PRESIDIO CONTRO LO SGOMBERO


Trentuno anni, quattordici governi e 133 tentativi di sgombero falliti. Fino a ieri mattina quando il Leoncavallo, lo storico centro sociale milanese ormai simbolo dell’illegalità del mondo antagonista italiano al pari del torinese Askatasuna, è stato “riconquistato” nel corso di un’operazione mirata della polizia, disposta nell’ambito dell’azione per la sicurezza dell’esecutivo di Giorgia Meloni. “In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti”, ha dichiarato la premier Meloni, dopo che alla struttura occupata da 50 anni dal centro sociale, ormai sotto sfratto perenne, sono stati posti i sigilli.
E mentre il centrodestra esulta per il ripristino delle regole, il sindaco di Milano, Beppe Sala, va all’attacco del governo che, nella sua Gotham City, è riuscito a riportare alla legalità uno spazio che ora potrà essere messo a disposizione dei cittadini perbene. Sala, espressione di quella sinistra che vede nei centri sociali e nelle seconde generazioni un bacino di voti, non solo non ha speso mezza parola per congratularsi con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ma ha protestato apertamente per lo sgombero. “Ieri (mercoledì, ndr) ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’ordine e la sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo”, ha spiegato il sindaco dem in una nota. “Per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite. Ho ricevuto stamattina (ieri, ndr) dal prefetto la notizia”, ha aggiunto Sala, stizzito. “L’intervento sul Leoncavallo era sì previsto” sottolinea, “ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che siamo arrivati ad andare nel senso auspicato”, precisa, dicendosi “convinto, e l’ho già dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. È la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare a emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con le responsabilità delle attività del centro sociale”. Insomma, la nota dell’inquilino di Palazzo Marino, oltre a manifestare il fastidio per il successo dell’operazione di sgombero ottenuto con il sindaco all’oscuro di tutto, contiene l’elemento che probabilmente ha consentito la risoluzione positiva di un fallimento che si è protratto per ben 133 tentativi di ripristino della legalità in trentun anni: l’elemento sorpresa. Perché mentre l’appuntamento per l’esecuzione dello sfratto era previsto per il 9 settembre, data in vista della quale i violenti del centro sociale si preparavano a fronteggiare le forze dell’ordine, il blitz del 20 agosto, in un Leoncavallo poco presidiato da chi sta al mare o in montagna per gli ultimi giorni di vacanza, ha consentito agli agenti di espugnare la struttura e riportarla alla legalità. “Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente.
E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione”, ha detto il ministro Piantedosi. “Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall’inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti”, ha garantito.
E ha esultato anche il vice premier Matteo Salvini, che da ragazzo frequentava il Leoncavallo. “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”, ha scritto sul suo profilo X.


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