Cronaca

Sharon e Alex, due delitti con i responsabili introvabili

di Ivano Tolettini -


I due gialli dell’estate 2024 per adesso restano tali, perché i presunti responsabili non sono stati ancora individuati. Le morti violente di Sharon Verzeni e Alex Marangon restano un rompicapo irrisolvibile per gli inquirenti che alzano il tiro per escludere che il compagno Sergio Ruocco della 33enne di Terno d’Isola e i partecipanti al rito sciamanico a Vidor nel Trevigiano costato la vita al 25enne di Marcon non centrino davvero nulla con i due omicidi. Perché come tali sono stati rubricati dalle Procure della Repubblica di Bergamo e Treviso. Dopo che Ruocco è stato ascoltato l’altro giorno dai carabinieri come testimone, dunque senza l’assistenza di un legale, ieri anche i filmati delle telecamere della zona di via Castegnate a Terno d’Isola delle due serate precedenti il delitto di Sharon sono stati visionati. I militari stanno cercando di fare luce sull’omicidio doloso della barista uccisa a coltellate poco prima dell’una della notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio scorsi da un assassino ancora senza un nome e un volto. In questo modo i detective dell’Arma vogliono comprendere se la donna facesse sempre lo stesso tragitto e se la passeggiata notturna fosse un’abitudine come spiegato dal compagno Sergio e dagli altri parenti, per capire se l’assassino, che l’ha finita con tre coltellate alla schiena e una al petto, potesse conoscere le sue abitudini. Difficile ipotizzare che la donna possa essere stata uccisa da qualcuno che non la conoscesse.

Intanto, ieri si è appreso che i partecipanti al ritrovo sciamanico nell’abbazia di Santa Bona a Vidor del 29 giugno scorso, durante il quale perse di vista il 26enne Alex, trovato morto tre giorni dopo sul greto del fiume Piave, saranno sottoposti all’esame del capello. Lo ha stabilito la Procura trevigiana per individuare eventualmente nei presenti tracce di eventuali sostanze stupefacenti, tra cui l’ayahuasca, l’ erba allucinogena di provenienza amazzonica la cui assunzione sotto forma di infuso sarebbe stata inizialmente indicata come la possibile causa della perdita di controllo del ragazzo finito poi nel fiume. Le cause della morte di Alex sono ancora oscure. In questi giorni i carabinieri hanno sentito anche i due guaritori colombiani, Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, che partecipavano al rito, i quali hanno ribadito che il ragazzo si è allontanato da solo. Due le ipotesi privilegiate: che sia stato colpito volontariamente da qualcuno oppure che sia caduto da un dirupo alto una decina di metri dopo essersi allontanato da solo in preda ai propri fantasmi. Le altre indicherebbero il dolo, cioè che il giovane sia spirato per le percosse ricevute da ignoti.

Ruocco è stato interrogato l’altro giorno per oltre cinque ore. Non è indagato e continua a mantenere la propria imperturbabilità di chi non sia davvero coinvolto con il delitto. Del resto il suo alibi, l’esser stato a letto a dormire, è stato confermato. “Purtroppo non credo di essere stato di grande aiuto – spiega ieri ai cronisti -. Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, come era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro”. Dai filmati visionati nelle due sere precedenti all’omicidio, non si vedono né Sharon né il compagno che spesso la accompagnava nelle camminate consigliate dal dietologo. La domanda che si pongono i carabinieri è come abbia fatto il killer a nascondersi in un punto non coperto direttamente dalle telecamere della zona, e a colpire Sharon senza avere la certezza che passasse proprio quella notte. E poi, per quale motivo l’assassino voleva ucciderla. Vale a dire, qual è il movente? Per gli investigatori la profondità dei fendenti e la loro violenza lascia ritenere un legale di qualche natura dell’assassino con la 33enne. Anche perché la vita della barista era senza ombre. “Le indagini non hanno fatto emergere contatti con qualcuno che potesse avercela con lei”, dice un detective.


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