Attualità

Shock energetico, a rischio l’economia italiana

di Alessio Gallicola -


Ci siamo, lo shock energetico è arrivato e ci ritroviamo più deboli, privi di energia in tutti i sensi e con il forte rischio di vedere chiudere parecchie industrie. Il rimbalzo post Covid del costo dell’energia, causato anche da un’eccessiva richiesta, minaccia di incidere notevolmente sui bilanci delle famiglie e delle imprese italiane.

Come prevedeva a fine dicembre l’outlook della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per l’Eurozona, per il comparto energia, “dal lato dell’offerta, la forte crescita dei prezzi energetici, soprattutto nel caso del gas naturale, potrebbe risultare insostenibile in alcuni comparti industriali, come quelli particolarmente energivori e che per ragioni tecniche non possono diversificare le fonti energetiche o non sono in grado di trasferire i maggiori costi a valle della catena produttiva . Gli stessi settori risulterebbero particolarmente penalizzati anche in una situazione in cui la scarsità di gas naturale fosse tale da rendere necessaria un’interruzione dell’attività produttiva”.

Qui s’innesta la geopolitica e scende in campo Vladimir Putin, che promette di aumentare le esportazioni di energie fossili per venire incontro alla crisi che sta attanagliando l’Europa. È evidente che tutto ciò allontana di parecchio gli obiettivi faticosamente sanciti da Cop 26 in tema di emissioni di anidride carbonica ma il presidente russo intende utilizzare lo shock energetico per proporsi come il salvatore dell’Europa e magari – come adombrano alcuni analisti – spianare la strada all’approvazione del gasdotto Nord Stream 2, in grado di fornire il gas direttamente alla Germania bypassando l’Ucraina.

Un progetto fortemente avversato dagli Stati Uniti, che non vedono di buon occhio una dipendenza totale della Germania dalla Russia in termini di energia. Lo ha ribadito con chiarezza la ministra dell’Energia americana, Jennifer Granholm, che ha minacciato un’indagine tesa a verificare eventuali manipolazioni del mercato da parte di Gazprom.

E intanto, mentre le grandi potenze mondiali combattono la loro battaglia geopolitica, l’Italia fa i conti con gli effetti dello shock energetico. Il nostro Paese è tradizionalmente più vulnerabile rispetto alla media dei Paesi dell’Eurozona, vista la maggiore dipendenza dall’energia importata e il più ampio ricorso all’uso del gas naturale. Si spera di non dover dare ragione all’outlook di Intesa Sanpaolo: “L’attuale profilo previsivo delle principali materie prime energetiche, se raffrontato a quello di sei mesi fa, può sottrarre circa 8 miliardi al reddito disponibile reale delle famiglie tra fine 2021 e 2022”.


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