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Federal worker? Suona bene, ma è meglio il posto fisso

Quando il sogno americano si inceppa tra stipendi congelati, voli cancellati e democrazia a intermittenza.

di Andrea Fiore -


Negli Stati Uniti, la democrazia è talmente sofisticata da potersi spegnere per regolamento. Non serve un golpe né una crisi internazionale: basta che il Congresso non approvi il bilancio e il governo chiude i battenti. Ministeri sbarrati, stipendi congelati, aeroporti in tilt. È successo di nuovo nel novembre 2025, con un tocco grottesco: i controllori di volo lavorano gratis, mentre i senatori continuano a incassare lo stipendio e a litigare in diretta. Donald Trump, tornato alla Casa Bianca, vuole tagliare i sussidi sanitari e riscrivere il bilancio. Hakeem Jeffries, leader democratico alla Camera, si oppone. Il risultato? Una paralisi che trasforma i dipendenti pubblici in ostaggi istituzionali.

Lo spettacolo dello shutdown negli Stati Uniti

Lo chiamano “shutdown”, ma è più simile a un reality show. I partiti usano il bilancio come leva di ricatto, i lavoratori vengono sacrificati sull’altare della propaganda, e i cittadini assistono impotenti a un disastro trasmesso in diretta. La democrazia americana, quella che esporta modelli e valori, non ha nemmeno un meccanismo automatico per garantire il pagamento di chi lavora. Se il Congresso non firma, lo Stato si spegne. Altro che resilienza: è un sistema che si autodistrugge per principio, con orgoglio costituzionale.

Se succedesse in Italia

Immaginare uno scenario simile in Italia è impossibile. Non perché siamo più virtuosi, ma perché la Costituzione vieta il blocco dello Stato per ragioni politiche. Il bilancio può slittare, ma gli stipendi pubblici sono garantiti anche in esercizio provvisorio.
Se il Parlamento litiga, lo Stato continua a funzionare.Se il governo cade, i treni partono lo stesso.
Se il bilancio ritarda, i dipendenti ricevono comunque lo stipendio.
In Italia, uno shutdown come quello americano sarebbe considerato un attentato alla Repubblica. I sindacati insorgerebbero, il Quirinale interverrebbe, e il governo verrebbe sfiduciato in 48 ore.

Il mito democratico è una favola

Il paradosso americano è evidente: i politici continuano a ricevere lo stipendio, mentre chi garantisce la sicurezza e il funzionamento del Paese resta a bocca asciutta. È una forma di sabotaggio istituzionale, dove il lavoro pubblico diventa merce di scambio per ottenere vantaggi elettorali. Questo shutdown non è una prova di democrazia, ma una dimostrazione di fragilità. È il trionfo del teatrino politico sulla responsabilità civile. E mentre gli USA si vantano di essere la “più grande democrazia del mondo”, i loro dipendenti pubblici fanno gli straordinari a vuoto, i voli vengono cancellati, e il sistema si inceppa come un distributore automatico senza monete. La democrazia non è il diritto di litigare sul bilancio. È il dovere di garantire che lo Stato non si fermi mai. E su questo, almeno per ora, l’Italia è più seria degli Stati Uniti.

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