Politica

Siamo in mano agli indecisi

La rissa dei leader in campo quando mancano solo sei giorni alle elezioni per la prima volta i sondaggi confermano che mezza Italia non si fida più dei partiti

di Edoardo Sirignano -


Nell’Italia in cui tutto resta a metà, a decidere saranno gli indecisi. Finanche l’abbassamento delle temperature, non dovrebbe cambiare il trend. Il popolo dell’astensionismo non si muove, pure se non c’è il sole. Quel blocco, che secondo i sondaggisti è pari al 40% della popolazione, è realmente granitico. In una campagna elettorale dove tutti sembrano essere convinti delle proprie idee o meglio si tende a parlare sempre alle stesse persone, nei fatti orientate da mesi, quasi nessuno si ricorda che circa mezzo stivale ancora non si è espresso. A dimostrarlo gli stessi sondaggi. Ci sono piccoli spostamenti, quasi sempre nella stessa coalizione. Ecco perché i partiti, nelle ultime ore prima del 25 settembre, hanno necessità di cambiare strategie, ovvero parlare alla pancia della gente.

Non bisogna dimenticare che siamo alle porte dell’autunno più freddo di sempre, che un’impresa su tre a ottobre rischia di non alzare la saracinesca e che milioni di famiglie non hanno i soldi per pagare la bolletta della luce. Il cosiddetto menù tradizionale non funziona più. La costante crescita di Fratelli d’Italia, l’unica forza all’opposizione dell’esecutivo Draghi e la rinascita dei 5 Stelle non sono un caso. Questi ultimi sono passati dal 9 per cento al 14 per cento in 15 giorni solo perché si sono inventati che qualcuno avesse intenzione di togliere il reddito di cittadinanza. Un modo di fare politica che ricorda molto quello della Dc del dopoguerra, quando i suoi padri fondatori distribuivano sacchetti di pasta per accaparrarsi le simpatie delle vedove. Non si può parlare di sole fonti rinnovabili a chi deve chiudersi in una stanza perché riscaldare l’intera casa costa troppo. Le forze politiche in campo, quindi, non solo devono provare a fermare un vecchio malcontento, dal 1994 al 2018 aumentato di ben 18 punti, ma fare i conti con la rabbia di chi non si ritrova in tasca neanche i soldi per fare la spesa.

Detto ciò, non bisogna dimenticare che esistono diversi tipi di astensionismo. Il primo ha una natura logistica-organizzativa. In Italia, ad esempio, ci sono ben 5 milioni di fuori sede. Non è stupido, pertanto, porsi il seguente interrogativo: a parte il treno o l’aereo gratis, ci sono gli giusti incentivi per convincere chi deve compiere un sacrificio per esercitare un diritto? 1,9 milioni (il 4% degli elettori) sono coloro che per rientrare al luogo di residenza attraverso la rete stradale impiegherebbero oltre 4 ore (tra andata e ritorno). Stesso discorso vale per i problemi relativi alla regolarità dei documenti. La burocrazia dei Comuni, in questo campo, demotiva e non poco. C’è, poi, quella fetta di persone che, per motivi di salute o per altre ragioni, è realmente impossibilitata al voto. È stato stimato che alle europee gli astensionisti involontari sono stati circa il 16-17% del totale. Tra gli over 85 superano addirittura il 62%. In un paesino di montagna non sempre è impresa semplice raggiungere le strutture in cui sono installate le cabine. Altra questione da non dimenticare, infine, quella relativa alla normativa sulla cittadinanza. Tanti i ragazzi nati in Italia, ma non legittimati a votare. La fetta più importante di astenuti, comunque, resta quella delusa da partiti che parlano un linguaggio sconosciuto ai più. Ecco perché serve un repentino cambio di passo. Altrimenti sarà quasi impossibile coinvolgere “l’Italia degli arrabbiati”. Lo hanno capito da tempo le forze anti-sistema, sottostimate dagli analisti. Basti pensare ai Paragone di turno. Esiste, bensì, una prateria per chi ha il dovere di provare ad andare oltre il proprio steccato. Secondo le ultime ricerche oltre il 60 per cento della popolazione chiede ai governanti una proposta nuova. Più di qualcuno dimentica che al Senato, stavolta, saranno decisivi i diciottenni e per convincerli certamente non basta qualche uscita su Tik Tok o degli scatti accattivanti su Instagram.


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