Politica

Sicilia, crisi in Regione: caos nel centro destra e Schifani traballa

di Redazione -


di SALVATORE CANNATA
Nervi tesi nel centrodestra siciliano dopo che l’aula ha bocciato, due giorni fa, il ddl “salva-ineleggibili” caro a Fratelle d’Italia, con il voto segreto: 34 a 30. Da Roma verso Palermo è arrivato il monito ad abbassare i toni, ma è il caos a regnare e i rapporti tra il governatore, Renato Schifani e i meloniani siciliani sono ai minimi termini.

Gli assessori di Fratelli d’Italia hanno disertato la riunione di giunta di mercoledì sera per ratificare la nomina dei manager. Il presidente ha chiamato tre volte il capo delegazione FdI, Alessandro Aricò, per sapere sino a quando le nomine sono state formalizzate senza il via libera dei meloniani. Uno strappo indigeribile soprattutto per il gruppo di Fratelli d’Italia dell’ormai disciolto ‘Diventerà Bellissima’ caro all’ex governatore, Nello Musumeci.

C’è anche un’ala più conciliante che sta cercando di lavo rare per ricucire.
Ma ieri, da Roma, è arrivata una sola consegna: silenzio assoluto. Non si parla e non se ne parla per non alimentare le fiamme di uno scontro che invelenisce il clima. Una crisi di governo alla Regione Sicilia adesso sarebbe esiziale. Ma buona parte dei meloniani siciliani ce l’hanno pure con Luca Sammartino, il leghista vicepresidente della Regione edassessore all’Agricoltura, macchina da voti e di consenso. Perché sarebbe lui, per loro, il regista del misfatto.

Quello che comunque, silenzio o non silenzio, fuoco o acqua, si è consumato in maniera ben evidente. Quel Sammartino che avrebbe pure stoppato l’estremo tentativo del capogruppo FdI al Parlamento siciliano, Giorgio Assenza, di aggiustare la griglia dei manager, con un sorrisino a dire “spiace, ma ormai è tardi”. L’area moderata, sinora, osserva e non commenta.

Ieri, nel giorno della consegna del silenzio di Fratelli d’Italia, l’unica eccezione l’ha fatta – non si sa quanto autorizzata o meno – Basilio Catanoso, vicecoordinatore regionale: “Sarebbe una pazzia mettere in crisi un governo. Bisogna sedersi tutti a un tavolo e ragionare con un approccio positivo, che è quello del servizio alla Sicilia. Il centrodestra ha una grande responsabilità”.

Catanoso pompiere, che prova a sminuire quello che è uno strappo vero e proprio, una frattura, con il termine “fibrillazioni” che, dice “ci sono sempre state, in politica accade. Non credo che il governo Schifani stia scricchiolando. Un elettorato di destra si rivede, se vogliamo semplificare, nella ‘legge e ordine’, ovvero, un elettorato che vuole regole chiare da seguire. Ecco, bisogna tornare alle regole”. Catanoso, peraltro, dice che il problema non sono i manager ma il ‘salva ineleggibili’ e che in questo senso, la questione in aula non andava proprio portata.

Peccato che ometta che, a farlo, è stato il partito di cui è vice coordinatore siciliano… E gli altri? Moderati silenti, leghisti pure e ha parlato solo Marco Falcone, assessore al Bilancio e coordinatore provinciale di Forza Italia a Catania oltre che fedelissimo di Renato Schifani: “Il Presidente Schifani è amareggiato perché mentre in altri contesti – e lo ha detto anche l’opposizione- su fatti squisitamente personali non si è soliti esporsi, non solo si è esposto in Parlamento, è venuto personalmente e con la sua presenza ha voluto attestare il suo impegno di essere garante dell’intera maggioranza. Schifani lì ha dimostrato la sua grande volontà di mantenere gli impegni. È chiaro che l’amarezza è del Presidente Schifani, ma anche degli altri che riteniamo incomprensibile questa crisi”.

Falcone, dunque, usa la parola proibita nella sua dichiarazione: crisi! Un bel busillis davvero. Il fine settimana che comincia sembra avere le credenziali per sgombrare il cielo dalle nubi o coprirlo definitivamente. Nel senso che i ‘duri e puri’ di Fratelli d’Italia se la sono legata al dito e a chi riterranno protagonisti di questa loro sconfitta in Parlamento, vorranno fargliela, politicamente, pagare.
Sino al punto da far saltare il banco? Quello no. Ma qui potrebbe entrare in gioco proprio Renato Schifani. Che sarà pure uno paziente ma non in eterno…


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