La sicurezza sui cantieri? “Un problema culturale”
GIANCARLO GIAN CARLO MAUSSIER PRESIDENTE FEDERACHITETTI ROMA
Dai lavori della 15esima Giornata nazionale per la sicurezza nei cantieri, tenutasi ieri nell’Aula Magna “Adalberto Libera” del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre in piazza Orazio Giustiniani – Ex Mattatoio è emersa una certezza, anzi un problema: e cioè che le falle, nell’ambito della sicurezza sui cantieri, sono tante e impattano, direttamente sui grandi temi della prevenzione e della formazione. “Il dato è chiaro: un terzo delle morti sul lavoro in Italia avviene nei cantieri – ha messo in chiaro, fin da subito Giancarlo Maussier, presidente Federarchitetti di Roma -. Il problema non è normativo dato che le leggi esistono ma culturale, organizzativo e strutturale. La formazione obbligatoria di 16 ore per i lavoratori troppo spesso si traduce in una formalità, affidata a enti poco trasparenti che rilasciano attestati senza reale didattica. Il risultato? Operai poco preparati, a rischio, spesso stranieri, che si trovano a lavorare in contesti privi di reale cultura della prevenzione”. Con questa premessa, al tavolo, s’è parlato di cosa è possibile fare perché, davvero, si possa riportare la sicurezza al centro dei cantieri. Prima di Maussier, ad introdurre i lavori, le parole di Ornella Segnalini, architetto e assessore ai lavori pubblici e infrastrutture del Comune di Roma: “Abbiamo gestito oltre un miliardo di risorse, in tempi e con modalità molto serrate. In un anno e mezzo avevamo scadenze precise da rispettare e abbiamo fatto ricorso anche a lavori notturni per evitare di congestionare il traffico. Abbiamo lavorato sette giorni su sette e questo impegno ha portato a un risultato perfetto anche sul fronte della sicurezza. Abbiamo siglato un protocollo per evitare il subappalto a cascata, e siamo andati oltre: abbiamo promosso un corso aggiuntivo, non obbligatorio, dedicato specificamente all’approccio personale nei confronti della sicurezza. Abbiamo voluto mettere al centro la cultura della sicurezza nei cantieri. E quando a Natale abbiamo avuto difficoltà nella consegna dei lavori a San Giovanni, abbiamo chiesto aiuto ai sindacati e ben 50 maestranze sono intervenute per completare il cantiere”.
La sicurezza, dunque, è questione in cima all’agenda. Ma per affrontarla davvero come merita occorre mantenere un approccio che si direbbe olistico, capace di guardare (anche) altre questioni che, inevitabilmente, impattano con quello che accade nei cantieri. Una considerazione, necessaria, riguarda il fatto che di operai italiani ce n’è sempre di meno e che tanti sono sempre più stranieri: “Il mestiere non si tramanda più di padre in figlio. Il 40 per cento delle persone nei cantieri è straniera. Questo dato impone di investire ancora di più sulla formazione”, ha affermato l’ex presidente Ance Paolo Buzzetti che ha sottolineato come “non partiamo da zero: ci sono già 300 enti territoriali che svolgono formazione obbligatoria. Il contratto collettivo è di per sé uno strumento di prevenzione”. A confortare le parole di Buzzetti i dati Formedil: nel rapporto 2024 si parla di ben 38.110 visite ispettive (+9,3% rispetto all’anno precedente), 59.592 cantieri visitati dal 2014 al 2024 (Formedil + Cresme), 176.921 allievi formati. L’Ispettorato del Lavoro, rappresentato al tavolo dei lavori per la 15esima Giornata nazionale della sicurezza sui cantieri dall’ingegnere Antonella Milieniha confermato la criticità del tema: il 27% degli illeciti riscontrati nel 2024 riguarda proprio la formazione, “evidenziando la necessità di rafforzare la vigilanza e la qualità dell’offerta formativa”. Un tema che, dunque, impatta su quello sociale, e centrale oggi più che mai, dell’inclusione. Roxana Iliescu, consigliere per il Lavoro e gli Affari Sociali dell’Ambasciata di Romania, ha ricordato che “la comunità romena è la più numerosa tra quelle straniere in Italia, con oltre 1 milione di residenti” e che “l’ambasciata è attiva da tempo con sessioni informative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in linea con il Memorandum firmato a Bucarest nel 2022 tra i Ministeri del Lavoro dei due Paesi”.
Non solo inclusione tra italiani e stranieri ma anche tra uomini e donne. Come ha sottolineato Raffaella Seghetti, architetto e presidente dell’associazione italiana donne ingegnere e architetti, Aidia, di Roma: “Elmetti, scarpe e imbracature non sono progettati per il corpo femminile. Serve studiare anche le dinamiche psicologiche, investire nella scolarizzazione delle maestranze e introdurre una vera patente a punti per i cantieri”. L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ha fissato l’asticella: “Dobbiamo abbattere il muro dei mille morti sul lavoro ogni anno. Serve buona legislazione, contrattazione seria e nuove tecnologie, come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, per prevenire e tutelare davvero la salute dei lavoratori” mentre Fabrizio Pistolesi, esponente dell’Ordine degli Architetti di Roma, ha ricordato un altro aspetto della sicurezza e che “oltre l’80% degli edifici italiani è stato costruito prima della legge antisismica. Non possiamo ignorare l’urgenza di interventi strutturali”.
Giancarlo Maussier ha concluso i lavori richiamando le imprese alla responsabilità: “Resta centrale il ruolo del coordinatore per la sicurezza, figura prevista dal decreto legislativo 81 del 2008, ma troppo spesso nominata direttamente dal committente, con evidenti rischi di conflitto d’interesse. Si chiede quindi che questa figura venga designata da un soggetto terzo, per garantirne l’autonomia e la reale funzione di garanzia. La sicurezza in cantiere non è un optional. È una responsabilità condivisa che riguarda tutti: istituzioni, imprese, tecnici, lavoratori. E finché continueremo a considerare normale il rischio quotidiano nei cantieri, non potremo mai parlare di progresso vero”. Insomma, la sicurezza sui cantieri è un problema fin troppo serio in questo Paese e occorre l’impegno di tutti.
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