L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Attualità

Siena, il giallo di Miriam. La 24enne morta vicino alla Torre del Mangia

di Ivano Tolettini -


Quello che per adesso rimane un giallo, comincia con una telefonata. Alle 13.48 di martedì 28 ottobre, Miriam Oliviero chiama la madre da Siena. Dice che arriverà in ritardo al lavoro e chiede una scusa plausibile da riferire ai colleghi della biblioteca comunale di Monteroni d’Arbia. Poi il silenzio. Perché è andata a Siena? Chi ha incontrato? Due interrogativi che rimangono sospesi, perché da quel momento nessuno la sentirà più.

Torre del Mangia: il ritrovamento

Tre giorni dopo, il suo corpo verrà trovato senza vita su un tetto vicino alla parte bassa della Torre del Mangia, il simbolo di Siena. La città del Palio, quella dei turisti e delle contrade, diventa all’improvviso la scena di un mistero cupo, intriso di domande. Miriam aveva 24 anni. Capelli corti, scuri, occhi dolci e curiosi. Una ragazza minuta, gentile, che amava i libri e il suo cane preso a marzo. Non guidava, si spostava in treno o in autobus, e non partiva mai senza avvisare i genitori. Quel martedì, invece, è come se avesse imboccato un sentiero invisibile, senza lasciare tracce.

IL TELEFONINO SI MUOVE

Il cellulare martedì continuava a squillare, ma nessuno rispondeva. La geolocalizzazione lo segnalava sempre lì, nella zona di piazza del Campo. Un cerchio, però, che non si chiudeva mai. I carabinieri e i vigili del fuoco hanno battuto ogni vicolo, ogni scalinata, ogni cortile. Hanno cercato nei parcheggi, nei giardini, nella stazione. Hanno tentato di farlo “trillare” da remoto, senza riuscire a trovarlo. La pioggia ha impedito l’uso dei cani molecolari. Intanto il telefono sembrava muoversi, come se fosse in viaggio da solo. Nel pomeriggio di giovedì l’appello dei genitori ha toccato il cuore non solo di Siena e provincia: “Qualunque sia la tua volontà, a noi va bene. Facci sapere come stai. Non ti chiediamo di fare ciò che non vuoi, ma comunicacelo”. Parole che ora risuonano come un addio mancato. Poi, ieri mattina, la drammatica scoperta. Il corpo di Miriam è sul tetto di un edificio affacciato sulla parte bassa della Torre del Mangia. L’hanno vista per primi i vigili del fuoco, poi sono arrivati i carabinieri e la pm di turno Valentina Magnini. La scena è inquietante nella sua calma: il corpo disteso, il cielo di Siena sopra, le pietre antiche tutt’attorno. Nessun segno evidente di apparente violenza, ma neppure elementi certi per parlare di suicidio.

IL DILEMMA

E qui comincia il vero giallo. Omicidio o suicidio? Se fosse un gesto volontario, che cosa può aver spinto una ragazza tranquilla, con un lavoro, una famiglia affettuosa e un cane che adorava, a salire fin lassù e buttarsi nel vuoto? Dov’è il movente del suicidio? È perché gli investigatori stanno cercando nel telefonino la risposta alle loro domande. Per ora non c’è una lettera, non c’è un messaggio risolutivo, non c’è niente che possa fare indirizzare i sospetti. Nulla. Solo una telefonata di poche parole e poi il silenzio. Ma se fosse omicidio, allora la domanda cambia: chi poteva volerle del male, e perché? Nessun segno di apparente aggressione, nessun furto, nessuna relazione nota che potesse far pensare a un gesto violento. Gli amici la descrivono come una ragazza riservata, gentile, con pochi legami, ma solidi. I genitori temono che “qualcuno possa aver approfittato della sua fragilità, convincendola a fare qualcosa che non era nelle sue intenzioni”. Ma chi? E in che modo?

PERCHÈ A SIENA?

Il mistero si addensa attorno a quelle ore tra la visita alla madre e il mancato arrivo al lavoro. Un tragitto breve, abituale. Forse un incontro inatteso, un dialogo imprevisto, un appuntamento che non doveva esserci. Forse qualcuno l’ha attesa, forse l’ha seguita. Siena è piccola, le vie che portano al Campo sono piene di telecamere: è lì che si concentrano ora gli inquirenti, frame dopo frame, per ricostruire gli ultimi passi di Miriam. L’immagine della Torre del Mangia, chiusa ai turisti per le indagini, ha la forza di un simbolo. Da secoli domina la città con la sua altezza e la sua ombra. Ora, sotto quella stessa ombra, si consuma il mistero di una vita interrotta troppo presto. Il sindaco di Monteroni d’Arbia, Gabriele Berni, ha annunciato il lutto cittadino e la chiusura della biblioteca dove Miriam lavorava. “Era amata da tutti, lavorava con dedizione e gentilezza”, ha scritto sui social. Le bandiere del palazzo comunale sventolano a mezz’asta, mentre la comunità si stringe attorno ai genitori, increduli, distrutti. Ma le domande, a partire da quelle dei carabinieri coordinati dal Pm Valentina Magnini, restano. Perché Miriam avrebbe dovuto uccidersi? E perché, se invece qualcuno l’ha spinta alla morte, lo avrebbe fatto? Due ipotesi opposte, entrambe senza movente, come in un giallo sospeso tra le pieghe della vita reale. Forse abreve arriverà la risposta. O forse no. Per ora, nella città del Palio, resta solo l’eco di un telefono che ha continuato a squillare nel vuoto. E il silenzio di una ragazza di 24 anni, scomparsa tra i tetti di Siena, dove le torri, come i segreti, non parlano mai.


Torna alle notizie in home