Esteri

Siria: torna l’incubo della guerra civile. Aspri scontri nel nord

di Ernesto Ferrante -


Si intensifica la battaglia in Siria tra le forze fedeli a Bashar al-Assad e i jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni alleate filo turche. Questi ultimi, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, “hanno interrotto la strada tra Damasco e Aleppo, nei pressi della città di al-Zarba”.

Stando all’Osservatorio, con sede nel Regno Unito, hanno già fatto almeno 153 morti gli scontri iniziati ieri con un’offensiva contro le forze di Damasco nel nordovest del Paese. Fonti locali hanno riferito che i miliziani islamisti hanno catturato il quartiere occidentale della città, Kan Al-Assal, dove infuria la battaglia.

Nei video, si vedono i jihadisti demolire e calpestare i ritratti del presidente siriano Bashar al-Assad. Nella loro avanzata, i “ribelli” hanno preso il controllo di 17 villaggi. Sono in corso combattimenti a sud-est di Idlib. Sarebbe caduta anche Saraqib, che costituisce un importante snodo logistico attraverso il quale corre l’arteria sud-occidentale verso Aleppo.

Gli islamisti hanno dichiarato di aver espugnato il villaggio di Kafr Batih, impossessandosi più di 10 carri armati. Si parla di crudeli esecuzioni dei soldati governativi. Per la prima volta, i fondamentalisti hanno usato droni kamikaze per colpire le posizioni delle forze armate regolari.

Aerei da guerra russi e siriani hanno bombardato l’area vicino al confine con la Turchia, che dal 2015 è sotto il dominio di milizie sunnite radicali.

I canali specializzati siriani vicini alla presidenza, denunciano forti ingerenze straniere. Ad aver fornito gli aeromobili a pilotaggio remoto sarebbero stati gli Usa, mentre gli addestratori ucraini avrebbero preparato alla guerra i combattenti entrati in azione.

Il generale iraniano dei Guardiani della Rivoluzione, Kiumars Pour-Hashemi, è stato ucciso ad Aleppo. Per l’agenzia Mehr, “il capo dei consiglieri iraniani ad Aleppo”, è stato eliminato in un attacco di “mercenari takfiristi” del “regime sionista”.

L’agenzia ha spiegato che i “consiglieri iraniani” sono presenti in Siria su richiesta ufficiale del governo di Damasco e hanno svolto un “ruolo importante nell’aiutare i siriani a combattere il terrorismo e a stabilire la pace e la stabilità”.


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