Esteri

Sistemare i conti e riunificare i Tory: gli obiettivi di “Fishy” Rishi Suniak

di Martina Melli -


Sunak si mette subito al lavoro.
Il primo consiglio dei ministri, tenutosi ieri mattina, è stato tutto incentrato sulla legge di bilancio, che il nuovo premier ha deciso di rinviare al mese prossimo.

L’attesa finanziaria d’autunno, che illustrerà come il governo intende riportare le finanze pubbliche in equilibrio nei prossimi anni, e che presenterà i dati sulle coperture fiscali e sulle previsioni aggiornate, verrà illustrata in Parlamento il 17 novembre, e non più il 31 ottobre come precedentemente previsto, per poter dar tempo a Sunak di fare le valutazioni necessarie. La manovra, attesissima dai mercati internazionali in seguito al terremoto di proposte incaute della Truss e del suo effimero governo, si pone dunque l’obiettivo di riacquisire fiducia e credibilità agli occhi della Ue.

Tutte le decisioni economiche che Sunak sta prendendo e prenderà, sono pensate di comune accordo con il riconfermato Cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, grazie al quale dovrà impegnarsi a far quadrare i conti, e per farlo, inutile dirlo, avrà bisogno di trovare dei risparmi da qualche parte.

E cosa si fa quando bisogna tirare fuori soldi che non ci sono? Sì aumentano le tasse, ma soprattutto si taglia. L’educazione, il sistema sanitario, probabilmente la cultura.
Tra riconferme di vecchi ministri e le risposte educate ma ferme agli attacchi scoppiettanti dei labour durante il primo question time, super Rishi, con la sua faccia da buono che si è fatto da solo grazie all’intelligenza e al duro lavoro, rischia di far fessi tutti. Cittadini compresi.
In Parlamento è conosciuto come Fishy-Rishi – carrierista, pugnalatore alle spalle, addirittura serpente. Per alcuni, è “Davos Man”; l’erede di Blair e una sorta di Macron britannico, il politico che incarna il trionfo dello stile sulla sostanza.

Per altri, è l’ultimo cialtrone al Tesoro. Un big spender, come il suo maestro Johnson.
Negli editoriali di certi giornalisti inglesi ricorre la parola “falco fiscale”, non solo per la sua spregiudicata carriera da banchiere Goldman Sachs, ma anche per un certo spirito che sembra contraddistinguerlo nella politica, come dimostrato durante il Covid, quando c’era da scegliere tra crisi dei consumi e contenimento del virus.

Quello che emerge, è il profilo di un uomo che viene spesso giudicato un centrista, per l’aria ben educata e moderata; per i tanti successi coltivati in una serra di sacrifici e immigrazione e faticosamente raccolti attraverso l’impegno e l’ambizione personale. Quando in realtà a definirlo dovrebbero essere le sue azioni e i suoi principi. E al momento Rishi ha formato un governo dove le donne sono decisamente sottorappresentate. Quelle poche presenti, come Suella Braverman, l’ex ministra degli esteri Truss, di estrema destra e fortemente schierata contro l’immigrazione, sono target di grandi polemiche da parte dell’opposizione. Anche se sembrerebbe che il controversissimo fracking – la tecnica di fratturazione idraulica – rimarrà vietata sotto il suo governo, il nuovo Pm non spicca per sensibilità al cambiamento climatico: nel febbraio 2020, ha votato per non chiedere al governo di eliminare la maggior parte delle emissioni CO2 dei trasporti entro il 2030. Fishy o meno, Rishi ora si trova a dover affrontare un’impresa titanica, quella di riunire il partito e stabilizzare l’economia. E malgrado le apparenze, potrebbe avere vita più facile della Truss. Il caos degli ultimi 47 giorni ha costretto i Tory a unirsi per una questione di sopravvivenza, il che significa che Sunak- paradossalmente – ha ereditato un partito più compiacente di quello che avrebbe trovato se avesse battuto Liz Truss durante l’estate. Inoltre, grazie alle crescenti scorte e al clima più caldo del previsto, il prezzo del gas naturale sta tornando verso il livello pre-invasione dell’Ucraina. Anche se i consumatori non ne gioveranno nel breve termine.


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