SOLDI BRUCIATI
CARO BOLLETTE, ENERGIA, RINCARI.
Il costo dell’energia ricomincia a salire, l’inflazione torna ad aumentare in Italia. Ad aprile, i prezzi salgono trascinati dai nuovi rincari energetici, mentre il carrello della spesa fa registrare primi lievissimi ridimensionamenti, ma gli aumenti complessivi si confermano a livelli superiori al 12 per cento.
Ieri l’Istat ha pubblicato i dati relativi all’inflazione ad aprile. È aumentata di mezzo punto percentuale (+0,50%) e, sull’anno, il valore sale all’8,3%. Un mese fa quest’ultimo dato era fermo al 7,6%. Erano mesi che stava scendendo e, adesso, ha ripreso quota sospinta dagli aumenti legati all’energia. Cattive notizie arrivano dal carrello della spesa. O meglio, cattiva a metà. Già, perché i prezzi iniziano a scendere ma restano, comunque, altissimi. Il calo dei prezzi dei beni alimentari, sia lavorati che non lavorati, contribuiscono – come spiegano gli analisti Istat – a stabilizzare l’inflazione di fondo ma non riescono a sfrondare i rincari nella spesa quotidiana delle famiglie. Il carrello della spesa, infatti, resta al +12,1%. Un’altra notizia, pessima, riguarda i consumi. Che, a causa del ritorno dell’inflazione (che, in realtà, non se n’è mai andata) e complici gli aumenti dei tassi che mirano a ridurre la quantità di denaro circolante, tornano a stagnare. Per Confcommercio, però, è ancora troppo presto per suonare il de profundis: “La ripresa dell` inflazione registrata nel mese di aprile, pur consolidando i timori di un percorso di rientro non privo di ostacoli e non immediato, non va letta con eccessivo allarme. Il dato italiano si inserisce, inoltre, in un contesto europeo in cui il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche, seppure avviato, mostra analoghi elementi di difficoltà, con temporanee interruzioni e andamenti non omogenei tra paesi”. E ancora: “Il permanere di tensioni sul versante energetico, soprattutto per quanto attiene alla componente non regolamentata, non deve far trascurare alcuni segnali che portano a guardare con fiducia alla possibilità di tornare, verso la fine dell`anno, su dinamiche dei prezzi al consumo meno espansive. Il cosiddetto carrello della spesa comincia a evidenziare tassi di variazione meno sostenuti, in linea con quanto rilevato per l`alimentare. Allo stesso tempo, l` inflazione di fondo segnala ad aprile una stabilizzazione della variazione tendenziale, dato che potrebbe sottintendere come, al di là di episodici aumenti, le tensioni interne al sistema si stanno lentamente raffreddando.
E` comunque evidente come il prolungamento nel tempo di dinamiche inflazionistiche elevate rappresenta un elemento d`incertezza per le possibilità di consolidare i segnali di recupero dell`economia emersi nel primo trimestre del 2023”.
I consumatori, invece, sono infuriati. Il Codacons denuncia: “La frenata dell’ inflazione registrata negli ultimi due mesi era una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas e, una volta terminato l’effetto calmierante dei beni energetici, il tasso è tornato a salire in modo preoccupante. L’ inflazione all’8,3% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.428 euro annui per la famiglia ’tipò che sale a +3.144 euro per un nucleo con due figli, stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,6% e +12,1% su base annua”. E infine l’appello: “L’emergenza prezzi non è affatto superata, e il Governo farebbe bene ad intervenire con misure concrete per calmierare i listini, a partire dal taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità”.
Ieri l’Istat ha pubblicato i dati relativi all’inflazione ad aprile. È aumentata di mezzo punto percentuale (+0,50%) e, sull’anno, il valore sale all’8,3%. Un mese fa quest’ultimo dato era fermo al 7,6%. Erano mesi che stava scendendo e, adesso, ha ripreso quota sospinta dagli aumenti legati all’energia. Cattive notizie arrivano dal carrello della spesa. O meglio, cattiva a metà. Già, perché i prezzi iniziano a scendere ma restano, comunque, altissimi. Il calo dei prezzi dei beni alimentari, sia lavorati che non lavorati, contribuiscono – come spiegano gli analisti Istat – a stabilizzare l’inflazione di fondo ma non riescono a sfrondare i rincari nella spesa quotidiana delle famiglie. Il carrello della spesa, infatti, resta al +12,1%. Un’altra notizia, pessima, riguarda i consumi. Che, a causa del ritorno dell’inflazione (che, in realtà, non se n’è mai andata) e complici gli aumenti dei tassi che mirano a ridurre la quantità di denaro circolante, tornano a stagnare. Per Confcommercio, però, è ancora troppo presto per suonare il de profundis: “La ripresa dell` inflazione registrata nel mese di aprile, pur consolidando i timori di un percorso di rientro non privo di ostacoli e non immediato, non va letta con eccessivo allarme. Il dato italiano si inserisce, inoltre, in un contesto europeo in cui il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche, seppure avviato, mostra analoghi elementi di difficoltà, con temporanee interruzioni e andamenti non omogenei tra paesi”. E ancora: “Il permanere di tensioni sul versante energetico, soprattutto per quanto attiene alla componente non regolamentata, non deve far trascurare alcuni segnali che portano a guardare con fiducia alla possibilità di tornare, verso la fine dell`anno, su dinamiche dei prezzi al consumo meno espansive. Il cosiddetto carrello della spesa comincia a evidenziare tassi di variazione meno sostenuti, in linea con quanto rilevato per l`alimentare. Allo stesso tempo, l` inflazione di fondo segnala ad aprile una stabilizzazione della variazione tendenziale, dato che potrebbe sottintendere come, al di là di episodici aumenti, le tensioni interne al sistema si stanno lentamente raffreddando.
E` comunque evidente come il prolungamento nel tempo di dinamiche inflazionistiche elevate rappresenta un elemento d`incertezza per le possibilità di consolidare i segnali di recupero dell`economia emersi nel primo trimestre del 2023”.
I consumatori, invece, sono infuriati. Il Codacons denuncia: “La frenata dell’ inflazione registrata negli ultimi due mesi era una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas e, una volta terminato l’effetto calmierante dei beni energetici, il tasso è tornato a salire in modo preoccupante. L’ inflazione all’8,3% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.428 euro annui per la famiglia ’tipò che sale a +3.144 euro per un nucleo con due figli, stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,6% e +12,1% su base annua”. E infine l’appello: “L’emergenza prezzi non è affatto superata, e il Governo farebbe bene ad intervenire con misure concrete per calmierare i listini, a partire dal taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità”.
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