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Soli, italiani e disoccupati: chi sono i percettori del reddito di cittadinanza

Ieri Matteo Renzi ha lanciato una raccolta firme per chiedere l’abolizione del reddito di cittadinanza. Il leader di Italia Viva ha scritto su Facebook: “Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme. Ma vogliamo soprattutto cambiare il mondo del lavoro per i più giovani”.

di Ilaria Paoletti -


Non sono mancate le polemiche. Giuseppe Conte gli ha dedicato un lungo strale sui social: “Al peggio non c’è mai limite. Non solo non si interessano delle persone in difficoltà, ora le umiliano anche” ha scritto l’ex premier, tirando in ballo anche Fratelli d’Italia: “Alcune settimane fa il partito di Meloni ha lanciato una brillante proposta: togliere reddito e pensioni di cittadinanza agli italiani che non riescono a sopravvivere per investire sulle armi”. Francesco Boccia (Partito Democratico), ha invece affermato: “La maggior parte di coloro che prendono il reddito di cittadinanza ha a casa un anziano in difficoltà, o un disabile o figli che hanno bisogno di assistenza”. Ma è vero? Stando ai numeri dell’Inps, ad aprile 2022, i nuclei beneficiari di reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza erano 1,19 milioni in totale (suddivisi in 1,09 milioni RdC e 103mila PdC), con 2,65 milioni di persone coinvolte (2,53 milioni RdC e circa 118mila PdC). L’importo medio erogato a livello nazionale è di 561 euro: 588 euro per il RdC e 270 euro per la PdC. L’importo medio varia a seconda del numero dei componenti il nucleo familiare: va da un minimo di 458 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 741 euro per le famiglie con cinque componenti. Ma il dato che sicuramente fa riflettere è un altro: il 43,8% (522.461) dei percettori di RdC è rappresentato dai single, che ricevono in media 457,79 euro. Solo il 7,44% ha almeno cinque componenti in famiglia (90mila nuclei) ed ottiene 740,91 euro. Nella massa dei percettori di RdC e di PdC troviamo 2,31 milioni di cittadini italiani. Poi 238mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno UE e quasi 90mila cittadini europei. Per i nuclei con presenza di minori (oltre 392mila, con 1,44 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 687 euro, e va da un minimo di 589 euro per i nuclei composti da due persone a 745 euro per quelli composti da cinque persone. I nuclei con presenza di disabili dei quali si preoccupa Boccia sono quasi 207mila, con oltre 482mila persone coinvolte. L’importo medio erogato per loro è di 492 euro, con un minimo di 379 euro per i nuclei composti da una sola persona a 707 euro per quelli composti da cinque persone. La distribuzione per aree geografiche, infine, conta 450mila beneficiari al Nord, 348mila al Centro e ben 1,85 milioni nel Sud e nelle Isole. I numeri di Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) ci restituiscono una fotografia dell’inefficacia dei centri per l’impiego: su quel 1 milione di percettori “occupabili” sono solo il 20% (212mila) quelli con un rapporto di lavoro attivo al 31 dicembre 2021. E non c’è riscontro in merito al ruolo dei centri per l’impiego nella loro condizione. Tra i beneficiari “occupabili”, è basso altresì il numero di utenti presi in carico, ovvero che hanno avviato un percorso di accompagnamento al lavoro, con la firma del Patto di Servizio o un tirocinio: solo 385 mila persone (45,6%). I non occupati si attestano invece a un catastrofico l’80% (843mila).


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