Politica

SOLO GIORGIA MELONI CONTRARIA AD UN MATTARELLA BIS

di Redazione -


“Il futuro capo dello Stato deve avere equilibrio, gran senso delle istituzioni e svolgere un ruolo di garanzia attiva”. A delineare le caratteristiche del futuro Presidente della Repubblica è qualcuno che spinge per una riconferma a febbraio di Sergio Mattarella al Quirinale? No. Fu lo steso Mattarella nel 1998 in un’intervista al Corriere della Sera. Mancavano ancora pochi mesi alla elezione del successore di Oscar Luigi Scalfaro al Colle e i partiti si preparavano per tempo all’appuntamento. E Mattarella non parlava da semplice deputato. Era il presidente dei deputati del Partito Popolare e da anni era impegnato sul fronte delle riforme istituzionali. E’ vero, come dice Romano Prodi, che i “siciliani silenziosi non cambiano mai parere”, che Mattarella ha più volte ribadito l’intenzione di “lasciare”, che è trascorso quasi un quarto di secolo da quella dichiarazione e che molta acqua è passata sotto i ponti di questa travagliata Repubblica (prima, seconda, terza, fate Voi!) ma è anche vero che la stragrande maggioranza dei partiti vedrebbe con favore l’ipotesi di una sua rielezione. Anche perché, in questo particolare periodo politico, risolverebbe loro non pochi problemi. Contraria – e per coerenza non ne fa mistero – è solo Giorgia Meloni, desiderosa di mettere a frutto tutto il consenso finora raggiunto nei sondaggi, andando a votare in primavera. Ma è l’unica. Non il PD di Enrico Letta, non i 5 Stelle di “Giuseppi”, non la Lega di Matteo Salvini, per restare ai maggiori partiti. L’Italia necessita oggi di stabilità governativa e continuità istituzionale. Non si è ancora fuori del guado e i finanziamenti europei non sono scontati. Le elezioni anticipate, con tutto quello che ne potrebbe conseguire, potrebbero essere un pericoloso salto nel buio. E Mattarella – come lo è stato in tutti questi difficili anni – continuerebbe ad essere un elemento di equilibrio e di garanzia. La fine naturale della legislatura comporterebbe poi un altro non trascurabile vantaggio: Il nuovo Capo dello Stato verrebbe eletto – ovviamente non a tempo – da un Parlamento profondamente rinnovato: negli uomini e nei numeri. E non c’è dubbio alcuno che sarebbe lo stesso Mattarella, al momento opportuno, a consentire ai nuovi Eletti di esprimersi sul futuro Presidente della Repubblica.

PdA


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