Attualità

Sos degli editori alla politica: “Così leggere diventa un lusso”

Gli effetti della crisi si fanno sentire anche sul costo della carta.

di Edoardo Sirignano -

Big White Paper Rolls in a printing plant, recycling of waste paper.


Le proposte di un settore in ginocchio per il caro energia.

La crisi energetica non risparmia neanche l’editoria. La carta, in soli sei mesi, aumenta dell’ottanta per cento. A causa delle sanzioni alla Russia, acquistare un libro potrebbe diventare un lusso per pochi. Ecco perché le aziende del settore corrono ai ripari e si rivolgono direttamente ai soggetti politici per fare in modo che la cultura possa restare accessibile a tutti.
La prima proposta delle associazioni di categoria riguarda il credito d’imposta, già previsto per i giornali e i periodici: “Stiamo parlando di un provvedimento essenziale per la sopravvivenza di molte aziende. L’intero sistema oggi è in seria difficoltà. Per la guerra in Ucraina i prezzi delle materie prime sono esplosi. Occorrono misure urgenti”.

Un appello, in tal senso, arriva anche dalla Federazione Carta e Grafica per cui non si può più perdere altro tempo. “Stiamo parlando di un materiale – afferma il presidente nazionale Emanuele Bona – che non dev’essere considerato solo un costo, ma un valore per quanto rappresenta in termini di rinnovabilità, riciclabilità e compostabilità”.

Considerando l’aumento dei prezzi sugli scaffali, essere al passo con i tempi diventa più di una semplice priorità, a maggior ragione se si tiene conto della tendenza a sfogliare i testi online. Ecco perché per chi produce pubblicazioni è indispensabile, sin da subito, una legge di sistema che guardi al lungo periodo, con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione di tutta la filiera. Non si può pensare più di guardare solo al proprio orticello, senza osservare cosa succede fuori dai confini nazionali.
Il terzo suggerimento alle istituzioni, poi, è quello inerente la valorizzazione del diritto d’autore. Anche in Italia, purtroppo, pesa e non poco il fenomeno, sempre più capillare, della pirateria. Stiamo parlando di un problema per cui si perdono ben 771 milioni di fatturato e 5400 posti di lavoro ogni anno. “Sono necessarie – evidenziano gli editori – misure efficaci di contrasto, se si vuole dare un futuro alle nuove generazioni”.

L’ultima idea lanciata a chi è in campagna elettorale, ma non la meno importante, riguarda i testi scolastici. “Costruiamo insieme – evidenziano i produttori – un avvenire migliore per il nostro Paese, sostenendo l’acquisto di beni e servizi culturali, dando continuità alle diciotto App e sviluppando strumenti analoghi per altre categorie di cittadini. Aiutiamo le famiglie e gli studenti nell’acquisto dei testi per scuola e università. Sosteniamo le infrastrutture della lettura: biblioteche e librerie, in particolare nelle aree svantaggiate”. Soprattutto nelle periferie delle grandi città, sono ancora tante le famiglie che non riescono ad acquistare i testi basilari per elementari e media. Aiutare l’editoria, quindi, vuol dire anche contrastare l’abbandono scolastico. Serve, pertanto, da parte di chi governa avere sempre più attenzione verso il mondo del libro, considerando il ruolo strategico che svolge sia nell’economia che nella società.

“Stiamo parlando di proposte importanti – dichiara il presidente di Aie Ricardo Franco Levi – per il futuro dell’intero Paese, soprattutto tenendo conto che ci avviciniamo all’autunno più difficile di sempre”. Detto ciò, non si può ignorare un inche muove 3,4 miliardi di fatturato, interessa 5200 case editrici e coinvolge oltre 70mila occupati. “Stiamo parlando della prima industria culturale del Paese e la quarta in Europa. Ciò non è poco, tenendo conto che il continente è avanti da sempre rispetto al resto del pianeta ”.


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