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Soumahoro, la moglie: “Non comprai io beni di lusso”. La Corte d’Appello di Bologna chiede espulsione dalla Camera per il deputato: “Irregolarità”

di Eleonora Ciaffoloni -


Nella giornata di ieri, è stata ascoltata dal gip Liliane Murekatete, la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, che nella giornata di lunedì (insieme alla madre, Marie Therede Mukamatsindo) è stata raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare in merito all’inchiesta sulle cooperative che si occupavano della gestione dei migranti.

Nei confronti delle due donne, moglie e suocera del deputato eletto tra i banchi dei Verdi e ora la gruppo Misto, le accuse sono, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio.

Ieri, davanti al gip, la moglie di Soumahoro nei suoi dieci minuti di dichiarazioni spontanee, è tornata sugli acquisti dei beni di lusso e ha dichiarato “Gli acquisti di beni voluttuari non li ho effettuati io, non ho mai avuto in uso carte di credito della cooperativa”. Insomma, i beni di lusso “non sono stati comprati da lei”, tant’è vero che, sottolinea l’avvocato, “nella stessa ordinanza si fa riferimento a questi acquisti, ma non li si riferisce alla signora Murekatete, che non ha mai approvato bilanci relativi a queste spese”. Acquisti che, quindi, potrebbero ricadere nelle responsabilità della madre.

Intanto, un’altra grana sembra arrivare a casa Soumahoro, stavolta per il deputato: la commissione elettorale della Camera su indicazione dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, ha avviato l’iter per far decadere il seggio del deputato per irregolarità nella rendicontazione dei fondi elettorali delle ultime elezioni politiche. Dietro alla decisione della commissione vi è stata la segnalazione della Corte d’Appello di Bologna che al termine della revisione compiuta d’ufficio sulla documentazione di ogni candidato, ha riscontrato irregolarità su 12mila euro di fondi ricevuti in campagna elettorale.


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