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Spagna, l’incarico per il nuovo governo a Sánchez

di Angelo Vitolo -


Spagna, ora tocca a Pedro Sánchez. Dopo più di 100 giorni dall’esito del voto per le elezioni legislative del 23 luglio, il segretario socialista e premier ad interim ha ricevuto oggi dal re Felipe VI l’incarico di formare il nuovo governo.

Un passaggio naturale di testimone, dopo il fallimento, nell’ultima settimana, del tentativo del presidente del Partito Popolare Alberto Núñez Feijóo, che non è riuscito a coagulare in Parlamento la maggioranza di 176 seggi necessaria per l’elezione a capo dell’esecutivo.

Ed è subito di Feijóo, la prima reazione. Il leader del Partito Popolare ha lanciato l’allarme sull'”insicurezza” che regnerà nel Paese nelle prossime settimane a causa dei “negoziati oscuri, della teatralità e delle molte bugie” che si verificheranno nei colloqui per l’investitura di Pedro Sánchez a capo del governo dopo la sua bocciatura la scorsa settimana.

Parlando in conferenza stampa al Congresso dopo aver incontrato re Felipe, Feijóo ha sostenuto che la situazione attuale è quella di una “presunta maggioranza negativa” come “alternativa” alla maggioranza del partito che ha vinto le elezioni politiche del 23 luglio. Per Feijóo, “Sánchez è un attore non protagonista in un’opera teatrale diretta da (Carles) Puigdemont” (ex leader indipendentista catalano), quindi “ovviamente” potrebbero esserci nuove elezioni, a seconda di come finirà “il festival”.

Critiche non sembrano impensierire Sánchez, che guarda “ad una maggioranza per avere l’incarico, ad una maggioranza di legislatura che dia stabilità alla Spagna”. Dopo aver ricevuto di nuovo dal Re l’incarico di formare il governo, il premier spagnolo uscente ha detto che intende lavorare “per formare al più presto un governo di coalizione progressista, con i socialisti e Sumar, con abbastanza sostegno parlamentare per dare stabilità al Paese”.

Il leader socialista ha ribadito di avere “un progetto per il Paese chiaro, ambizioso, impegnato per la classe media”. Ed ha messo l’enfasi, sul progresso sociale e sulla “convivenza tra i popoli di Spagna”. Ricordando che in Catalogna si è vissuta “una delle peggiori crisi istituzionali” della storia spagnola, il leader socialista ha rivendicato di aver fatto con il suo governo “passi decisivi per la coesistenza, ora la Spagna è molto più unità di quando fosse nel 2018”.


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