Esteri

SPARANDO CALIFORNIA

di Martina Melli -


Mentre la California – lo Stato americano con le leggi più restrittive sulle armi – ancora piange la strage di Monterey Park, di cui i morti sono saliti a 11, ecco l’ennesima sparatoria in meno di 48 ore, in un’azienda agricola ad Half Moon Bay nella contea di San Mateo, 50 km a sud di San Francisco.
Le sette vittime (un’ottava è ora in fin di vita) erano tutti contadini cinesi che lavoravano nell’azienda.
L’aggressore, subito immobilizzato e ammanettato, è Zhao Chunli, un uomo di 67 anni sospettato di aver partecipato, in passato, ad altre sparatorie.
Secondo le ricostruzioni, Chunli, armato di pistola semiautomatica, nel pomeriggio di lunedì, ha aperto il fuoco prima in una azienda agricola per la coltivazione di funghi e subito dopo in un parcheggio per i tir a meno di tre chilometri di distanza.
I motivi del gesto non sono al momento noti. Tutto questo a due giorni dalla strage della discoteca di Monterey Park in cui, oltre alle 11 persone uccise, altre nove sono rimaste gravemente ferite. Huu Can Tran, il killer vietnamita di 72 anni che si è tolto la vita per non consegnarsi ai poliziotti, avrebbe agito per vendetta verso maestri di danza che avevano avuto più successo di lui. Deciso a portare a termine un secondo massacro, dopo l’attacco allo Star Ballroom, si è diretto al Lai Lai Ballroom & Studio ad Alhambra, una città vicina, ma qui è stato disarmato dal giovane Brandon Tsay che gli ha strappato il fucile e poi lo ha buttato fuori. Lunedì sera, il governatore della California Gavin Newsom ha twittato tutto il suo sgomento: “Mentre mi trovo all’ospedale con le vittime di una sparatoria di massa vengo preso da parte per essere informato di un’altra sparatoria. Tragedia su tragedia”. La frequenza di questi attacchi con arma da fuoco e la varietà di luoghi in cui si svolgono ora – in uffici e scuole, saloni di bellezza e luoghi di culto, negozi di alimentari e ristoranti – contribuisce alla sensazione, serpeggiante e prevalente in tutta l’America, che tale violenza potrebbe scoppiare ovunque e in qualsiasi momento.
Il paradosso della “gun violence” è che, alimenta sì le richieste di controllo delle armi, ma, invece di scoraggiare le persone a possederle, le spinge ad un acquisto sempre maggiore, perchè la popolazione ha paura e pensa di doversi difendere da sè. Le sparatorie pubbliche inchiodano la nazione ma hanno anche l’effetto di normalizzare la violenza.
“Non possiamo diventare insensibili a questi orribili episodi”, ha detto il procuratore distrettuale di San Francisco, Brooke Jenkins, dopo la sparatoria di Monterey Park, che ha avuto luogo tra le celebrazioni del Capodanno lunare durante il fine settimana.
Secondo Gun Archive, dall’inizio del 2023, ci sono stati 38 mass shooting e 70 vittime.
C’è stata la sparatoria vicino a un centro giovanile ad Allentown, in Pennsylvania, e quella in un ristorante della metropolitana a Durham, NC. Un’altra ha avuto luogo dietro una birreria a Oklahoma City, e un’altra ancora in uno strip club fuori Columbus, Ohio. Due sparatorie di massa hanno posto fine alle feste di fine anno in diverse città della Florida. Sempre secondo i dati compilati dal Gun Violence Archive, dal 2014, la frequenza di queste stragi è aumentata. Ci sono state 690 sparatorie con almeno quattro vittime nel 2021, più del doppio del totale del 2014. Il numero è leggermente diminuito l’anno scorso, a 647, ma è rimasto significativamente più alto rispetto agli anni precedenti. “Non c’è più posto in America che sia al sicuro dalla violenza armata”, ha detto David Min, un senatore dello stato della California, in risposta alla sparatoria di Monterey Park.”Questo deve finire. Quando è troppo è troppo”. Anche se i tassi di criminalità diminuiscono, “la violenza armata è in aumento”, ha detto Jaclyn Schildkraut, direttore esecutivo del consorzio regionale di ricerca sulla violenza armata presso il Rockefeller Institute of Government. Schildkraut ha sottolineato quanto sia importante distinguere tra “sparatorie di massa pubbliche” (come quelle di Monterey Park), note per essere premeditate, e altre categorie, come uccisioni interne alla famiglia, sparatorie di rappresaglia di gruppo o sparatorie che scoppiano a partire da una lite. Le “mass shooting” sono le meno comuni (fortunatamente) ma le più mortali. E per porvi fine, c’è bisogno di interventi politici di vario tipo.
Come prevedibile, l’alto tasso di sparatorie di massa è collegato al suo alto tasso di possesso di armi, come ha dimostrato uno studio del 2015. Gli americani costituiscono circa il 5% della popolazione mondiale e possiedono il 42% delle armi del mondo.


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