Economia

Spese obbligate, che mazzata: in trent’anni energia su del 178%

di Giovanni Vasso -

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Spese obbligate, che mazzata. E poi dice che gli italiani sono un popolo di nostalgici, di gente che “stava meglio quando, in teoria, si sarebbe dovuti star peggio”. In trent’anni, dal 1995 a oggi, le spese “obbligate” delle famiglie italiane sono salite del 5,2%. Lo ha riferito un’indagine dell’Ufficio Studi Confcommercio. I numeri riportati dall’analisi sono a dir poco sconvolgenti. A cominciare da quelli che riguardano l’energia: in trent’anni, il peso delle bollette per le famiglie italiane è quasi raddoppiato segnando un aumento, a dir poco mostruoso, pari al 178%.

Spese obbligate, tutti i numeri Confcommercio

L’indagine sulle spese obbligate nel 2025 rivela che il 42,2% dei consumi delle famiglie se ne va in beni a cui non si può rinunciare. Tra spese per la casa, la macchina. Se ne vanno, mediamente, ogni anno più di 9mila euro, per la precisione 9.300. Si tratta di una quota imponente se si assume, come parametro di riferimento, l’indice medio di spesa delle famiglie italiane che assomma a poco più di 22mila euro (22.114).  La parte del leone spetta alle abitazioni. La media annua di spesa per la casa supera i 5mila euro (5.171), in aumento di ben 109 euro rispetto al 2024. Già basterebbe. E invece no. Perché per la macchina, ogni anno, le famiglie italiane spendono più di 2mila euro. Tra carburanti e assicurazioni, la spesa si aggira sui 2.151 euro. Al terzo posto c’è la “botta” della bolletta. L’energia costa 1.651 euro l’anno. Un salasso. A maggior ragione se si considera che proprio la bolletta è tra le voci di spesa che, in trent’anni, hanno registrato il maggior trend rialzista. Addirittura, secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, si parla del 178%. Una mazzata. Ma solo la più vistosa. Già, perché per quanto riguarda le spese obbligate, in trent’anni, gli italiani hanno ricevuto una batosta da paura. I rincari medi, difatti, si sono aggirati intorno al 132%. Una fiammata che rende quasi “invisibile” il pur sostenutissimo rincaro dei beni “commerciabili” che, dal 1995 a oggi, s’è attestato al “solo” +55%.  

L’effetto dei rincari sulle famiglie

Stando agli analisti Confcommercio, il peso delle spese obbligate è salito del 5,2% in trent’anni. Sottraendo, così, margini di azione importanti alle famiglie. Che sono meno disposte a consumare e preferiscono risparmiare. A detrimento del commercio stesso che inizia a soffrire la minore capacità di spesa dei cittadini. Insomma, il cane che si morde la coda. Proprio questo è stato il commento del presidente Carlo Sangalli: “Per le famiglie italiane il costante aumento delle spese obbligate è un forte ostacolo alla ripresa dei consumi. Occorre agire su tariffe e fiscalità per rafforzare il potere di acquisto e rilanciare la crescita economica del nostro Paese”.

La furia dei consumatori

I consumatori suonano l’allarme. Il presidente Unc, Massimiliano Dona, ha tuonato: “Le spese obbligate, a cominciare dalle bollette di luce e gas, sono rincarate in modo insostenibile e molto più degli stipendi, rimasti invece al palo. Di conseguenza il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto. È evidente che in queto contesto le spese voluttuarie e facoltative ne risentono e sempre più famiglie sono costrette a rinunciarvi, con effetti deleteri sui consumi, che rappresentano il 60% del Pil”. E quindi ha aggiunto: “Per questo il governo dovrebbe invertire la rotta, ripristinando ad esempio gli sconti in bolletta che aveva messo il governo Draghi. Non basta dare un contentino di 200 euro una tantum ai meno abbienti, si tratta di ridurre in modo permanente la tassazione su luce e gas che non ha eguali in Europa, ad esempio portando tutta l’Iva sul gas almeno al 10% e azzerando la gran parte degli oneri di sistema”.

E a proposito di bollette, è arrivata anche la forte denuncia di Federcontribuenti: “L’Italia continua a registrare le tariffe energetiche più alte d’Europa, sia sul fronte del gas che dell’elettricità. Un primato che non possiamo più permetterci, né come famiglie né come sistema produttivo”, ha dichiarato il presidente Marco Paccagnella che spinge per le rinnovabili: “Siamo il Paese del sole, del vento, del calore naturale che sgorga dal nostro sottosuolo. Eppure restiamo fanalino di coda nell’autonomia energetica e al vertice della classifica per il costo delle bollette. È una contraddizione inaccettabile, aggravata da una miopia politica e industriale che ci impedisce di sfruttare le potenzialità che già abbiamo”.


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