Politica

SPIGOLATURE

di Eleonora Ciaffoloni -


Salvini e Renzi: da costruttori e distruttori

I due Matteo della Politica, Salvini e Renzi, hanno una “mission” comune: distruggere quello che costruiscono. Il Lumbard della Lega ha preso il Partito dei Bossi e dei Maroni, precipitato al 4 per cento, e lo ha portato a “veleggiare”, sia pure con maneggi finanziari non del tutto chiari ma ancora non dimostrati, intono al 36/37 per cento. Poi, due anni fa, un colpo di sole estivo e un mojito di troppo lo hanno “steso a terra” facendolo scendere nei sondaggi di una quindicina di punti e superare al primo posto dalla “silente” ma “rampante” Giorgia Meloni. Il boyscout di Rignano ha fatto di peggio, giocando la sua “Fortuna” sulla “Ruota”, prima di Firenze e poi di Roma, e  facendo “pluff”. A fregarlo, il suo smisurato “Ego” che lo ha portato a puntare tutto il “bottino” ottenuto dal PD alle elezioni europee (40%) sulla sua persona e perdendo tutto. Oggi, con la sua nuova “creatura” il Narciso fiorentino non riesce a staccarsi nei sondaggi dal 2 per cento. Sic transit gloria mundi, ricorda una celebre locuzione latina !!!

 

Per la scuola si tornano  ad acquistare banchi ma non a rotelle

A settembre si torna a scuola, sembra in presenza, e si torna a parlare di banchi. Gli oltre 2 milioni dello scorso anno e i 400 mila a rotelle non bastano. Ne occorrono altri 50 mila. Non si sa se per sostituire parte di quelli “a scontro” o per incrementare la “flotta” scolastica. Si sa però che l’ordine riguarda scrivanie classiche e che le scuole interessate sono 450 e che il 50% delle richieste arriva dal Lazio. Le altre regioni che ne hanno fatto richiesta sono Piemonte, Sardegna Liguria, Abruzzo, Calabria, Veneto e Trentino Alto Adige.

E dopo i banchi speriamo che qualcuno pensi anche al problema trasporti.

 

Su Siena interessi comuni di Letta e di Renzi

Sono passati sette lunghi anni da quando il 28 aprile 2013 le strade di Enrico Letta e Matteo Renzi sembravano irreparabilmente essersi divise: il primo lascia la politica ed “emigra” a Parigi, il Fiorentino resta “padrone del campo” ma quando il referendum lo azzoppa non se ne va: Anzi, sfascia il PD, ne esce, e con una piccola ciurma prende il largo sulla barchetta di Italia Viva in cerca di approdi che, ad oggi, non ha ancora trovato. Ma veniamo all’oggi con le suppletive per la Camera in autunno e la candidatura nel collegio di Siena di Enrico Letta. E l’altro? Matteo Renzi? “Chiederò agli iscritti di Italia Viva di sostenerlo. Più ci togliamo lo ‘stai sereno’ più sono contento”. C’è da credergli? Al segretario del PD, se li avesse, gli si sarebbero rizzati i capelli. 

E invece, incamera l’ok dello storico avversario e va avanti. In fondo, a pensarci bene, una tregua conviene a tutti e due: una vittoria di Letta decreterebbe la fine politica – stavolta decisiva – di Renzi perché con i numeri non si scherza, e quelli di Renzi non lasciano prevedere orizzonti di gloria. Ma l’eventuale sconfitta del segretario PD lo costringerebbe a lasciare, anche lui e per sempre, la politica.


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