Attualità

Spunta Lecornu per il dopo Bayrou, l’identikit del premier

In corsa pure Darmanin e Cazeneuve, si fa largo l'opzione Bertrand

di Cristiana Flaminio -


Sébastien Lecornu, oppure un uomo, socialista o repubblicano non importa, che sappia tener testa alle ali radicali in Parlamento e guidare il governo: ecco l’identikit di chi sarà, con ogni probabilità, il prossimo premier francese. Dopo la sfiducia patita, ieri, da François Bayrou, Emmanuel Macron starebbe pensando di affidare l’incarico al ministro della Difesa. Proprio in questi minuti, Bayrou sta salendo all’Eliseo e nelle prossime ore il rebus potrebbe essere risolto. Parigi non ha tempo da perdere. Incombono tanti, troppi, dubbi sulla stabilità politica del Paese e per il presidente potrebbe trattarsi dell’ultima chiamata.

L’ipotesi Lecornu

Nella rosa di nomi che girano ormai da qualche tempo nei palazzi che contano nella politica francese, sembra che il “favorito” per l’incarico sia proprio il ministro alla Difesa. Sébastien Lecornu ha assunto l’incarico nel 2022, all’epoca del governo Borne mantenendo l’incarico fino all’ultimo esecutivo. In poco meno di tre anni ne ha visti scorrere quattro. A suo favore c’è il rapporto privilegiato proprio con il presidente Emmanuel Macron di cui è un autentico fedelissimo. Per l’inquilino dell’Eliseo sarebbe la carta da gettare nella mischia che, però, comporterebbe un suo coinvolgimento in prima persona nelle vicende, pubbliche e polemiche, dell’esecutivo. Insomma, qualche rischio c’è. Dall’entourage di Sébastien Lecornu ci si spende in smentite.

Gli altri concorrenti

Gli altri potenziali premier ci sono. C’è qualche nome noto, come l’ex ministro degli Interni Gérard Darmanin. Che, però, ambisce a recitare un ruolo da protagonista nelle vicende politiche francesi. Cosa che assumere, oggi, le sorti del governo gli impedirebbe dal momento che la Francia è chiamata a una finanziaria a dir poco sanguinosa. C’è, poi, la grande sfida dei vecchi (più o meno) saggi. Macron, che si trova al centro, può pescare sia a destra che a sinistra senza scontentare né socialisti né repubblicani. I primi mettono sul piatto Bernard Cazeneuve (già premier ai tempi di Hollande) che, dalla sua, ha il fatto di aver rifiutato l’intesa, a suo tempo, con la sinistra radicale scontentando parte del suo stesso partito. I secondi, invece, punterebbero su Xavier Bertrand, uomo d’ordine della destra repubblicana, inviso e avversario del Rassemblement di Marine Le Pen. Nelle ultime ore le sue quotazioni stanno salendo, anche più di quelle di Lecornu.


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