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Squadre di calcio italiano sempre più in mani straniere

di Redazione -

Arbeitsbesuch Vereinigte Arabische Emirate. Vizekanzler Michael Spindelegger trifft Minister Sheikh Mansour bin Zayed Al Nahyan. Abu Dhabi, 13.02.2013, Foto: Dragan Tatic


Si parla dell’acquisto del Palermo da parte dell’emiratino Mansour: sarebbe l’ennesimo investimento di miliardari di altri Paesi nel nostro pallone

Con il Palermo neo-promosso in serie B, il numero di club calcistici italiani in mano a proprietari stranieri potrebbe presto arricchirsi. Nelle ultime settimane, infatti, si rincorrono le voci di un possibile passaggio di mano della società rosanero, attualmente di proprietà dell’imprenditore palermitano doc Dario Mirri, nipote del “presidentissimo” Renzo Barbera. Il nome del possibile nuovo proprietario che circola insistentemente è quello dello sceicco emiratino Mansour, che ingloberebbe così il Palermo nella galassia finanziaria del Manchester City, ma si parla anche di una proposta giunta da Oltreoceano che farebbe capo a James Pallotta, fino a due anni fa proprietario della Roma.

La squadra della Lupa capitolina è stata una delle prime ad essere acquistata dagli stranieri: accadde tra la primavera e l’estate del 2011, dando così via a quasi dieci anni di passaggi di consegne tra imprenditori statunitensi fino all’attuale presidente Dan Friedkin, ceo di Gulf States Toyota Distributors e produttore cinematografico. I soldi americani sono arrivati anche altrove. Da otto anni lo zio Sam è all’ombra delle due torri, dapprima attraverso i volti del duo Joey Saputo e Joe Tacopina. Oggi è rimasto soltanto il primo, mentre il secondo è diventato presidente della Spal.

Dall’altra parte dell’Appennino, un altro italo-americano, il 72enne Rocco Commisso, nato in Calabria ma trasferito a New York da quando di anni ne aveva 12, ha prelevato tre anni fa la Fiorentina dalla famiglia Della Valle. Il patron viola si trova oggi a vivere un tornante storico del club di Firenze: lui vorrebbe costruire uno nuovo stadio, ma nel Pnrr è stato inserito un fondo di 95 milioni di euro di soldi pubblici per ristrutturare l’attuale impianto “Artemio Franchi”. La questione stadio interessa anche i proprietari stranieri delle squadre milanesi: i progetti in ballo per ”San Siro” sono diversi, e l’americano Gerry Cardinale, fondatore di RedBird Capital e da poco diventato proprietario del Milan dopo averlo acquistato dal fondo newyorkese Elliott, ritiene che la città meriti “uno stadio di livello mondiale”. Il nuovo stadio è “fondamentale” anche per Steven Zhang, proprietario cinese dell’Inter. Recentemente sono passate in mani americane, quelle di Robert Platek, Stephan Pagliuca e della 777 Partners, rispettivamente l’Atalanta, lo Spezia e il Genoa. America, ma non solo: la Pistoiese è in mani tedesche, il Padova francesi, l’Ancona persino malesi e il Como indonesiane, la Triestina australiane. Il nostro calcio parla tante lingue, ma sempre meno quella italiana.


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