Attualità

Stalking, la vittima è giovane, donna e straniera

di Eleonora Ciaffoloni -


Lo stalking è un reato entrato a far parte del nostro ordinamento giuridico nel 2009, per contrastare atti persecutori ai danni di una vittima prescelta. Tale reato, oltre a condizionare in maniera significativa la vita delle vittime, può essere il preambolo di gravi e violenti delitti. Attraverso l′analisi contenuta nel Rapporto Italia 2021 l′Istituto Eurispes ha come focus non solo le evoluzioni nel tempo del fenomeno, ma ha voluto approfondire la questione giuridica sugli esiti dello stalking, ovvero quanti di questi reati vengano effettivamente denunciati alle autorità e quanti invece restino nell’ombra. Secondo il Rapporto Italia 2021, al 9,3% degli italiani è capitato di essere vittime di stalking, ovvero quasi 1 rispondente su 10. Il fenomeno è cresciuto dell’1,4% rispetto al 2020, quando si evinceva una significativa diminuzione rispetto al 2019, anno che ha registrato il valore massimo fin qui osservato, del 13,8%. L’età della vittima è molto giovane: il 13% ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni, ma per ogni fascia d’età si registrano percentuali superiori al 10% ad eccezione degli over 65, che registrano il 5,1% di incidenza del fenomeno. In sintesi, emerge che lo stalking è un fenomeno che riguarda più del 10% degli italiani tra i 18 e i 64 anni. La percentuale di donne vittime di stalking è 3 volte quella degli uomini: il 14% rispetto al 4,5% degli uomini, in aumento rispetto al 2020, quando l’8,9% delle vittime era una donna e il 6,8% uomo. Altro confronto interessante emerge nell’esaminare i dati delle vittime di stalking per paese di nascita. Ebbene, il 9% delle vittime è di nazionalità italiana, mentre il 15,8% è nata in un altro paese. L’ipotesi è che nelle persone di altra nazionalità si individuino i soggetti più fragili da un punto di vista giuridico, e quindi più facili da colpire. Per area geografica, l’identikit della vittima di stalking si arricchisce di nuove caratteristiche. Scopriamo che soprattutto nelle Isole (18,2%) e nel Nord-Est (13,1%) sono più numerose le vittime di stalking; seguono il Nord-Ovest (8%), il Centro (7%), mentre il Sud esprime la percentuale più bassa (5,6%). Alla volontà di identificare la vittima di stalking, segue il tentativo di tracciare un profilo di chi lo mette in atto. In 1 caso su 4 (25,6%) si tratta dell’ex partner della vittima, un dato che emerge in maniera evidente rispetto alle altre opzioni proposte nel sondaggio. Nel 13% dei casi si tratta di un/una conoscente, nel 10,1% di un amico/a, mentre nel 7,9% dei casi le pratiche persecutorie avvengono ad opera del/la partner. Nel 6,9% dei casi a perseguitare è un/una collega, mentre il 5,1% dei reati di stalking è ad opera di un parente. In linea di massima si distingue, nel profilo di chi perseguita, una persona che conosce bene la vittima. Gli uomini subiscono stalking soprattutto da parte di ex partner (20,3%) e colleghi/e (13,5%), con numeri in crescita rispetto al 2020. Per le donne, si registra una quota del 27,6% di ex partner come responsabili di stalking, mentre la persecuzione ad opera del partner aumenta del 2,1% rispetto al 2020 e raggiunge il massimo valore rispetto alle rilevazioni conosciute dal 2017 ad oggi (8,4%). Nel 15,3% dei casi lo stalker è un conoscente, mentre perseguita una amica o amico nell’11,8% dei casi, valore massimo dal 2017 e in aumento dell’1,8%. Gli stalker delle donne sono parenti nel 6,4% dei casi, in aumento dell’1,4%, mentre diminuisce la quota dei colleghi (4,4%). Come reagiscono le vittime di fronte allo stalking? Solo il 13,7% delle vittime denuncia, lasciando un margine dell’86,3% di reati ai quali non segue una denuncia formale alle autorità: questo dato, da solo, racconta che per ogni caso registrato esiste un sommerso enorme, che sfugge alle rilevazioni ufficiali. Le donne (15%) denunciano più degli uomini (9,9%). Il 50% delle vittime sostiene di essersi difeso/a da solo/a o aver aspettato che lo stalker smettesse senza far nulla, il 17,4% ha chiesto ad amici e parenti di intervenire e diffidare lo stalker dal continuare, mentre quasi 2 vittime su 10 (19,9%) scelgono di evitare di uscire da sole o del tutto il più possibile, aumentando l’isolamento che il reato, di per sé, vuole generare. Per età, si osserva che la cultura del denunciare è più scarsa nella fascia d’età più colpita da tale fenomeno: i giovani tra i 18 e i 24 anni, che denunciano nel 9,8% dei casi, mentre gli over 65 (16,4%) e i 25-34enni (15,6%) lo fanno in percentuale più alta rispetto alle altre fasce considerate. I 18-24enni dichiarano di difendersi da soli nel 41,5% dei casi: una percentuale che segnala una pratica errata dei più giovani in relazione a un reato insidioso e di cui non sempre è possibile prevedere gli esiti. Nel 14,6% dei casi, invece, la giovane vittima evita di uscire da sola per porre fine agli atti persecutori. In conclusione, nel 2021 si registra un fenomeno in aumento, dato che annulla i progressi evidenziati nelle rilevazioni del 2020. In particolare, lo stalking emerge come fenomeno che colpisce vittime considerate giuridicamente o socialmente più deboli, come chi è di altra nazionalità o di giovane età, mentre la percentuale di donne vittime di stalking è il triplo rispetto a quella degli uomini. Le condotte persecutorie, ad oggi, sono attuate soprattutto da partner, ex partner, colleghi, amici. Un dato che influenza anche la conseguente reazione agli atti persecutori, poiché nella maggioranza dei casi si cercano soluzioni di conciliazione o autonome, nella speranza che siano efficaci. Ciò pone l’attenzione su un fenomeno in gran parte sommerso e sulla necessità di informare in maniera più incisiva sui pericolosi esiti delle soluzioni “fai da te”. (fonte Eurispes)


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