Economia

Stati Generali del Vino: “Servono riforme”

di Angelo Vitale -


Agli Stati Generali del Vino a Roma, dal comparto la richiesta di riforme e regole. “Seppure in un quadro globale ancora denso di incertezze di ordine geopolitico, commerciale ed economico, la politica può dare un contributo forte ed intervenire a livello normativo per garantire al nostro settore un quadro di regole semplici e chiare”. Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini, l’associazione di categoria che rappresenta i produttori, esportatori ed importatori italiani di vino, bevande spiritose e aceti, ha commentato così lo scenario attuale che interessa il settore.

Gli Stati Generali del Vino, promossi alla Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo e della Commissione europea, hanno voluto attivare un confronto tra i principali stakeholder del mondo del vino sulle tematiche di maggior impatto per un comparto che ricopre un ruolo essenziale nel contesto della politica agricola comunitaria rappresentandone uno dei fiori all’occhiello. Un valore di assoluto rilievo, quello della produzione vinicola, che sancisce il forte legame con la cultura, le comunità e il territorio esprimendo un ruolo rilevantissimo in termini economici, occupazionali e di attrattività turistica.

A pesare sulle prospettive del comparto restano le grandi incognite internazionali, dal protrarsi del conflitto in Ucraina, all’altalena inflattiva che aggrava i costi di produzione per le imprese, alle incertezze geopolitiche fino all’impatto sempre più evidente dei fenomeni meteorologici estremi dovuti al cambiamento climatico e delle controversie commerciali che comprimono il libero scambio del vino.

Un quadro che a livello europeo è decisamente in fermento. Da un lato la revisione del Regolamento sugli imballaggi, che rischia di sostituire con il riuso il riciclo, nel quale l’Italia è leader, dall’altra il tema dell’etichettatura dei vini. Un fronte sul quale Antinori chiede certezze: “Non possiamo permetterci altri tentennamenti: gli strumenti digitali ci consentono di informare di più e meglio i consumatori e, soprattutto, direttamente nella loro lingua. Il settore, grazie alla piattaforma U-label, è pronto ad informare anche ben oltre le informazioni obbligatorie (calorie e lista degli ingredienti)”. E ancora, c’è la partita della riforma del sistema Ue delle Indicazioni Geografiche sulla quale si gioca la difesa della specificità del vino e la tutela delle produzioni di qualità del nostro Paese. Qui, nonostante la peronospora che si stima abbia comportato la riduzione della produzione vinicola nel Centro-Sud Italia tra il 5 e il 10% rispetto al 2022, continua a mostrarsi resiliente.

Andando a guardare i dati, nel primo semestre del 2023, secondo l’Osservatorio Federvini – Nomisma, il valore delle esportazioni di vino è aumentato raggiungendo i 3,7 miliardi di euro (nel 2019 era a 2,9 mld di euro), le vendite a valore sul mercato interno sono parimenti cresciute del +16% a valore rispetto al 2019 con una lieve flessione in volume pari a – 0,5%.

 

 


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