L’evoluzione del conflitto tra Israele e Hamas passa per Amman e Pechino. Re Abdullah II di Giordania ha convocato per oggi nella capitale un summit con il presidente americano Joe Biden, l’egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il leader dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas.
In un messaggio sul social X è stato precisato che l’incontro a quattro “riguarderà gli sviluppi pericolosi a Gaza, il loro impatto sulla regione e la garanzia che gli aiuti vengano consegnati alla Striscia di Gaza”.
Di quanto sta accadendo si parlerà anche a Pechino, dove ieri è arrivato il presidente russo Vladimir Putin per il vertice sulla Belt and Road Initiative, la Via della Seta, nel decennale del progetto. Putin prenderà parte ai lavori e vedrà il presidente cinese Xi Jinping.
In un colloquio con il leader russo, Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che la guerra a Gaza andrà avanti. Il premier israeliano è deciso a proseguire l’offensiva fino a quando non avrà eliminato le capacità militari e governative del movimento di resistenza palestinese.
L’esercito israeliano si sta “preparando” per le prossime tappe dell’operazione, ma i piani potrebbero non prevedere l’invasione via terra. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hecht. “Ci stiamo preparando, ha spiegato in un briefing con i giornalisti, ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell’offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso”. Le pressioni statunitensi e i rischi di combattimenti ravvicinati con i miliziani sembrano aver indotto i vertici a vagliare altre opzioni.
Nel frattempo continuano a piovere bombe. Secondo la tv satellitare al-Jazeera, nel mirino dei bombardamenti di Tel Aviv sono finite anche aree nel sud, comprese quelle di Khan Yunis, Rafah e Deir el-Balah. Fonti mediche parlano di centinaia di feriti nei raid. Morto anche un giornalista palestinese, Mohammad Balousha, che lavorava con il sito di notizie Palestine Today, ucciso dal fuoco israeliano sulla zona di Al-Saftawi.
Hezbollah ha rivendicato il lancio di un missile anticarro contro un veicolo israeliano nella località di Metulla, nella zona di confine con il Libano. Sarebbero almeno tre le persone rimaste ferite.
Le forze israeliane (Idf) hanno risposto con l’artiglieria, con attacchi contro il sud del Paese dei Cedri. Un altro missile anticarro è stato sparato contro una postazione militare vicino a Margaliot, nella parte nord del territorio israeliano. Altri due, invece, hanno avuto come bersagli le postazioni dei militari israeliani nei pressi del kibbbutz di Yiftah.
Teheran è sempre più coinvolta. “Nessuno può fermare i musulmani e le forze della resistenza se continueranno i crimini di Israele a Gaza”, ha avvertito la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, citato dall’agenzia iraniana Mehr.
“Il regime usurpatore sionista deve essere processato”, ha aggiunto Khamenei. Durissimo l’attacco a Washington: “Secondo nostre numerose informazioni, la politica attuale all’interno del regime sionista è regolata dagli americani. L’America è responsabile dei recenti crimini”.
Gli ha fatto eco il vice comandante dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran (Pasdaran), il generale di brigata Ali Fadavi: “Gli attacchi del fronte della Resistenza contro il regime sionista continueranno finché questo cancro non sarà sradicato dalla mappa del mondo”, ha affermato Fadavi.
La Turchia è in contatto con i miliziani di Hamas per negoziare il rilascio dei civili israeliani e stranieri rapiti dal gruppo. Lo ha rivelato il ministro degli Esteri turco Hasak Fidan da Beirut. L’agenzia di stampa Anadolu aveva riferito di un faccia a faccia tra Fidan e Ismail Haniyeh. Il capo della diplomazia turca parteciperà nella giornata odierna a una riunione dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci) a Gedda.