Strage di Bologna, dopo 45 anni un altro ergastolo e tanti misteri
A distanza di quasi 45 anni, la Corte di Cassazione ha confermato definitivamente la condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, ritenuto colpevole di concorso nella strage di Bologna alla stazione del capoluogo il 2 agosto 1980 in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.
Ergastolo per Bellini
La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa di Paolo Bellini, rendendo così definitiva la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna l’8 luglio 2024. Nel processo, il sostituto procuratore generale Antonio Balsamo ha sottolineato la solidità del quadro probatorio e la coerenza delle conclusioni della sentenza.
Oltre a Bellini, la Cassazione ha confermato anche le condanne di Piergiorgio Segatel, ex capitano dei carabinieri, condannato a 6 anni per depistaggio e di Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini a Roma, condannato a 4 anni per false informazioni al pubblico ministero.
Bellini, il “quinto uomo” della strage
Bellini è considerato il cosiddetto “quinto uomo” della strage, in concorso con altri ex Nar già condannati in via definitiva. Dopo la condanna, era stato arrestato nel giugno 2023 per sospetti di pianificazione di altri omicidi, tra cui quello della sua ex moglie che aveva testimoniato contro di lui.
I quattro ex Nar già condannati sono Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini.
I misteri della strage
Nonostante le condanne e le indagini approfondite, rimangono misteri e aspetti inconclusi sulla strage. Restano da chiarire i collegamenti tra gli esecutori materiali e i presunti mandanti, come Licio Gelli e altri esponenti della P2, servizi segreti deviati e criminalità organizzata.
Misterioso e non definito perfino il numero delle vittime. Potrebbe essercene stata una 86esima, forse la terrorista che trasportò la valigia con la bomba, i cui resti si confusero con quelli della giovane sarda Maria Fresu, il cui riconoscimento non fu mai condotto a termine con completezza.
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