Strage di Calenzano: 9 avvisi di garanzia per Eni spa, dirigenti della centrale e di Sergen
I morti “di lavoro” non sono sempre polvere da nascondere sotto un tappeto o dentro le carte di un risarcimento: avvisi di garanzia al colosso Eni e a 9 persone – sette dirigenti del Gruppo guidato da Claudio Descalzi e due della società appaltatrice Sergen – per l’esplosione avvenuta il 9 dicembre 2024 nel deposito di idrocarburi Eni di Calenzano in provincia di Firenze. A inviarli la Procura della Repubblica di Prato: i reati contestati, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali.
L’esplosione causò cinque morti e lesioni a 28 feriti, alcuni dei quali versarono in gravissime condizioni per lungo tempo. Il procuratore di Prato ha disposto anche un incidente probatorio alla luce dei risultati investigativi fin qui raccolti. Tra i reati ipotizzati anche la rimozione delle cautele infortunistiche.
Eni ha subito voluto precisare che trattasi di “responsabili e operatori di aree tecnico operative della Direzione Refining Revolution and Transformation di Eni legate alle attività del deposito ed esponenti della ditta fornitrice Sergen” oltre che la stessa Eni per la responsabilità ai sensi di legge in capo alla società, confermando “piena e totale collaborazione” all’autorità giudiziaria nonché “impegno al risarcimento dei parenti dalle vittime dell’incidente e dei danni civili sul territorio” ancora da definire completamente.
Quello appreso oggi è solo un nuovo passo dell’inchiesta sull’esplosione nella centrale Eni di Calenzano. Solo i mesi – probabilmente gli anni, se non i decenni, come ci insegnano le cronache di storie del genere – potranno mettere la parola fine all’accertamento della verità con la condanna di qualcuno dei responsabili di questa strage.
Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, ha definito l’esplosione al deposito Eni “un evento prevedibile e evitabile” ed ha parlato di “errore grave e inescusabile” secondo quanto emerge dall’analisi della documentazione sulla sicurezza dell’impianto che sarebbe stata rilasciata dall’Eni alla ditta appaltatrice Sergen e dalle stesse attività di manutenzione che sarebbero state fatte in presenza “di fonti di innesco, come il motore a scoppio di un elevatore”, che avrebbe “generato calore in un’area ad alto rischio in un momento in cui le operazioni di carico delle autobotti erano parallele alle attività di Segen”.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati a Patrizia Boschetti come datore di lavoro committente responsabile della struttura organizzativa e gestione operativa del centro Eni spa di Roma; Luigi Collurà, dirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano; Carlo Di Perna, responsabile manutenzioni e investimenti depositi Centro Eni spa; Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l’attività di Sergen; Elio Ferrara, preposto Eni che ha autorizzato il rinnovo del permesso di lavoro a Sergen per il 9 dicembre 2024; Emanuela Proietti, responsabile del servizio prevenzione protezione (Rspp) di Eni; Enrico Cerbino, responsabile del progetto esterno (project manager external) per le manutenzioni e investimenti depositi Centro (Eni); Francesco Cirone, datore di lavoro e Rspp della impresa esecutrice Sergen srl di Viggiano (Potenza); Luigi Murno, preposto della Sergen.
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