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Esteri

Strage israeliana a Gaza City

Hamas ha chiesto a Trump di esercitare pressioni sullo Stato ebraico affinché rispetti l'accordo di cessate il fuoco

di Ernesto Ferrante -


Un attacco israeliano su un veicolo civile a Gaza City ha causato la morte di 11 membri della famiglia Abu Shaaban. Si tratta della violazione più grave segnalata in otto giorni di cessate il fuoco con Hamas. L’incidente si è verificato ieri sera nel quartiere Zeitoun, quando un carro armato israeliano ha colpito il minibus a bordo del quale viaggiava il nucleo familiare. Tra le vittime ci sono sette bambini e tre donne, ha riferito Mahmoud Basal della Protezione Civile di Gaza, sottolineando che “quanto accaduto conferma che l’occupazione è ancora assetata di sangue e insiste nel commettere crimini contro civili innocenti”.

Hamas chiede a Trump di intervenire

Hamas ha condannato il raid definendolo un “massacro” e ha chiesto al presidente statunitense Donald Trump e ai mediatori internazionali di esercitare pressioni sullo Stato ebraico affinché rispetti l’accordo. Il bagno di sangue si è consumato mentre i soldati israeliani aprivano il fuoco su persone che avevano oltrepassato la cosiddetta “linea gialla”, la demarcazione prevista nell’ambito del piano di Trump. Molti palestinesi privi di accesso a internet – si legge su Al Jazeera – ignorano dove le forze israeliane siano effettivamente posizionate.

Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha confermato che il corpo restituito dal movimento islamico di resistenza nella notte appartiene a Eliyahu “Churchill” Margalit, 75enne ucciso il 7 ottobre 2023 nel Kibbutz Nir Oz. Dopo essere stato assassinato, il suo corpo era stato portato a Gaza. L’esercito israeliano aveva annunciato il 1° dicembre 2023 la sua morte, sulla base di “riscontri e informazioni di intelligence”.

Netanyahu vuole i resti degli altri 18 ostaggi uccisi

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato Hamas a rispettare le condizioni pattuite con i mediatori e a restituire i resti degli altri 18 ostaggi uccisi ancora trattenuti nell’enclave palestinese. Lo staff del premier ha dichiarato che non saranno fatti compromessi e non sarà risparmiato “alcuno sforzo fino a riportare tutti gli ostaggi caduti, fino all’ultimo”. Israele ha sottolineato di essere “determinato, impegnato e al lavoro senza sosta”, aggiungendo che la fazione palestinese è “tenuta a rispettare i propri impegni verso i mediatori e restituirli come parte dell’attuazione dell’accordo”.


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