Esteri

Stretta di Sunak sull’immigrazione Meno visti per gli studenti stranieri

di Martina Melli -


Il Premier inglese, Rishi Sunak, ha annunciato martedì la più grande stretta sull’immigrazione mai vista nel Paese. Il Pm, nel tentativo di rimediare ai livelli record di trasferimenti in Inghilterra, ha deciso di inasprire significativamente le regole sui visti per studenti. Gli studenti stranieri post-laurea (in corsi non di ricerca) secondo queste nuove regole, non potranno più portare membri della propria famiglia nel Regno Unito. Lo scorso anno furono concessi 135.788 visti a persone a carico, un aumento rispetto ai 54.486 del 2021 e sette volte in più rispetto ai 19.139 concessi nel 2020.
Queste cifre sono aumentate da quando sono stati introdotti i requisiti per i visti studio degli studenti dello Spazio economico europeo (SEE) dopo la Brexit.
Anche le domande sono aumentate da quando le regole sono state modificate nel 2019: agli studenti stranieri è stato infatti consentito di rimanere nel Regno Unito altri due anni dopo la laurea per cercare lavoro.
Secondo le statistiche ufficiali la migrazione netta legale ha raggiunto quota 700.000 per il 2022, facendo impallidire il precedente record annuale di 504.000.
Con questi numeri, Sunak e i suoi ministri si trovano ora a fronteggiare pesanti critiche da parte dell’opposizione: l’ultima arriva da Keir Starmer, leader dei laburisti, il quale ha recentemente accusato Sunak di “aver perso il controllo” sull’immigrazione. Il leader socialdemocratico ha affermato che i numeri riflettono una “economia Tory a basso salario”.
Lapidaria la risposta di Sunak: “Peccato che i laburisti non abbiano la minima idea di come ridurre queste cifre”. Alla Camera dei Comuni, Sir Keir ha affermato che i dati sull’immigrazione dimostrano come il governo non sia riuscito a promuovere adeguatamente la formazione professionale per i lavoratori britannici. “Hanno perso il controllo dell’economia, hanno perso il controllo dei servizi pubblici e ora hanno perso il controllo dell’immigrazione” ha detto Starmer. Ha anche aggiunto che se Sunak fosse seriamente intenzionato a “svezzare il suo governo dalla leva dell’immigrazione”, allora “prenderebbe sul serio i salari in Gran Bretagna e prenderebbe sul serio le competenze e la formazione”. Il primo ministro ha risposto che non gli sembrava ci sarebbe stata alcuna parvenza di controllo sull’immigrazione da parte di un governo di sinistra. Ha poi accusato i laburisti di volere “che ancora più persone si trasferiscano nel Regno Unito”. Nel frattempo, il labour ha promesso di modificare i livelli salariali minimi per la concessione dei visti ai lavoratori stranieri. In una dichiarazione rilasciata poco dopo le domande al primo ministro, il suo partito ha dichiarato che, se fosse al governo, annullerebbe la riduzione del 20% del salario minimo richiesto per ottenere un visto di lavoro in una lista di occupazioni carenti. Non ha specificato in che tempistiche apporterebbe questo cambiamento, ma ha aggiunto che sicuramente lavorerebbe con le imprese per sviluppare un calendario. Ha anche affermato che introdurrebbe nuovi requisiti di formazione per “occupazioni chiave” nell’elenco delle carenze.
I nuovi dati sull’immigrazione dovrebbero riflettere anche l’ondata di rifugiati provenienti dall’Ucraina a causa dall’invasione della Russia e uno speciale regime di visti per tutti quei residenti di Hong Kong che si sono trasferiti in Uk. Questi dati riflettono anche un cambiamento fondamentale: dal Covid i numeri vengono calcolati con proiezioni collegate più ai dati del governo piuttosto che ai sondaggi sui passeggeri in arrivo nei porti del Regno Unito. Al di là di numeri e previsioni, è interessante notare come ora anche i laburisti vogliano mettere un freno all’immigrazione. Sir Keir in campagna elettorale aveva promesso di difendere la libera circolazione mentre Uk usciva dalla UE”. Ora dichiara che il Regno Unito deve porre fine alla sua “dipendenza” dalla forza lavoro straniera.

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