Esteri

Studenti pro-Palestina nel mirino di Trump

di Redazione -


Donald Trump ha lanciato una dura offensiva contro le proteste pro-Palestina nei campus universitari americani legate alla guerra tra Israele e Hamas. L’ex presidente ha annunciato misure drastiche contro gli studenti stranieri coinvolti in manifestazioni da lui definite “antisemite”, includendo la revoca di visti e green card, arresti ed espulsioni. Inoltre, ha minacciato di tagliare i fondi federali alle università che, a suo dire, non hanno protetto gli studenti ebrei. Il primo caso simbolico è stato l’arresto di Mahmoud Khalil, uno dei leader delle proteste alla Columbia University, accusato da Trump di essere “uno studente radicale straniero pro-Hamas”. Nonostante Khalil abbia dichiarato di possedere una green card, gli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) lo hanno comunque fermato e ora si trova nel centro di detenzione di Elizabeth, in New Jersey. Anche sua moglie, cittadina americana all’ottavo mese di gravidanza, è stata minacciata di arresto. Secondo la portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS), Tricia McLaughlin, Khalil avrebbe condotto attività “in linea con Hamas, un’organizzazione terroristica”. Trump ha dichiarato che il caso Khalil è solo l’inizio di una serie di azioni mirate contro studenti e attivisti che, secondo lui, hanno partecipato a iniziative “pro-terrorismo, antisemite e anti-americane”. Ha inoltre affermato, senza fornire prove, che molti dei manifestanti pro-Palestina non sarebbero nemmeno studenti, ma “agitatori pagati”. Ha poi promesso di arrestare ed espellere tutti i simpatizzanti di Hamas dagli Stati Uniti. Parallelamente, la sua amministrazione ha deciso di bloccare circa 400 milioni di dollari di finanziamenti federali alla Columbia University, accusandola di non aver rispettato le leggi sulla non discriminazione e di non aver tutelato gli studenti ebrei. Questo ha avuto un impatto immediato sulle finanze del mondo accademico, con università prestigiose come Harvard che hanno annunciato il congelamento temporaneo delle assunzioni di docenti e personale. Anche Harvard, infatti, è finita sotto inchiesta per la gestione delle tensioni sul suo campus dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Le misure annunciate da Trump sollevano interrogativi sulla libertà di espressione e sul diritto di protesta, garantiti dal Primo Emendamento della Costituzione americana. L’equazione tra antisionismo e antisemitismo, tra il sostegno alla causa palestinese e l’appoggio a Hamas, rischia di limitare il dibattito politico nei campus e di criminalizzare il dissenso. Tuttavia, l’ex presidente sembra determinato a portare avanti la sua battaglia, nel contesto di una campagna elettorale che lo vede puntare sulla sicurezza nazionale e sul pugno duro contro l’immigrazione.


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