Esteri

Su Gaza la Cina in campo: a Pechino Wang Yi con i Paesi arabi per un immediato “cessate il fuoco” e una soluzione “a due Stati”

di Angelo Vitale -


Fermare con urgenza il “disastro umanitario” in corso nella Striscia di Gaza: il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, salda l’azione del Paese del Dragone con quella dei Paesi arabi e musulmani incontrando in un summit a Pechino i suoi omologhi e il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica. “Lavoriamo insieme per raffreddare rapidamente la situazione a Gaza e ripristinare la pace in Medio Oriente il prima possibile”, ha detto Wang. Nella capitale cinese i ministri degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese dell’Indonesia, dell’Egitto, dell’Arabia Saudita e della Giordania.

Una richiesta di immediato “cessate il fuoco” che incontra le preoccupazioni di Israele per una decisa presa di posizione condivisa da Wang Yi con il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, il vice primo ministro e ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, il ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi, il ministro degli Esteri palestinese Riyad Al-Maliki e il Segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica Hissein Brahim Taha nella Diaoyutai state Guesthouse.

La delegazione si riunirà anche con i funzionari che rappresentano ciascuno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e si sta adoperando affinché non passi in Occidente la giustificazione israeliana delle sue azioni contro i palestinesi come legittima difesa. Tra le richieste, anche quella di un immediato canale di aiuti umanitari per Gaza, espressamente indicato dal ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud.

Un summit che fa seguito al vertice congiunto arabo-islamico di Riad conclusosi con l’invito alla Corte penale internazionale per indagare sui “crimini di guerra e crimini contro l’umanità che Israele sta commettendo” nei territori palestinesi.

Per questo, l’ambasciatrice israeliana a Pechino Irit Ben-Abba ha auspicato che dal summit odierno non emerga “nessuna dichiarazione riguardo ad un cessate il fuoco, ora non è il momento”. E ha aggiunto la speranza che la delegazione si concentri sugli ostaggi catturati da Hamas chiedendone “il rilascio immediato senza precondizioni” e che sia valorizzato il “ruolo dell’Egitto come facilitatore dell’assistenza umanitaria”.

Con le parole odierne di Wang Yi, la Cina conferma la sua astensione nel condannare Hamas e la sua azione anche in sede Onu per una “soluzione a due Stati” e una Palestina indipendente.


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