Politica

“Subito la pace fiscale con noi gli italiani staranno più al sicuro”

di Adolfo Spezzaferro -


Colloquio con Massimiliano Romeo

Qualcuno pensava che dopo il 25 settembre la Lega era morta. Cosa è successo, invece, dopo quella notte?
Chi ha pensato una cosa simile capisce poco di politica perchè non è importante la percentuale ma il peso politico a Roma, tanto più se si e’ al governo. E poi tutti quelli che ci hanno dato per morti anche quando la Lega aveva percentuali più basse ci hanno sempre portato fortuna.

Il Carroccio, nei fatti, ha occupato le caselle più “scomode” del governo Meloni. Non teme, però, che il suo partito si possa creare qualche nemico nel gestire le Finanze quando milioni di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese o peggio ancora quando dovrete tenere a bada la protesta dovuta al caro bollette e la gente vi chiamerà i celerini?
Non abbiamo mai avuto paura di prenderci le responsabilità e abbiamo una classe dirigente tra le migliori nel nostro paese. Sappiamo di affrontare un momento difficile ma impegno e determinazione non ci mancano.

Per quanto riguarda la leadership di Matteo Salvini, ritiene sia ancora in discussione?
Non lo è mai stata. Salvini ha grande carisma e ha portato la Lega a percentuali molto alte e questo viene riconosciuto da tutti. Ora stiamo attraversando una fase che possiamo considerare fisiologica e conseguenza anche di essere stati in un governo di interesse nazionale per il bene del Paese. Sappiamo che dobbiamo far tesoro degli errori commessi cercando di migliorare con spirito costruttivo. Non avrebbe senso mettere in discussione leadership e progetto politico.

La vera novità, nel vostro mondo, è ancora una volta il federalismo. Non teme che quel mondo federalista, se non saranno rispettati certi impegni, possa staccare definitivamente la spina con Roma?
La nostra gente si aspetta risultati concreti sul tema del federalismo e dell’autonomia. Sappiamo che non sarà facile ma l’esperienza che abbiano maturato in questi anni ci sarà sicuramente di aiuto per dare più potere e responsabilità ai territori che e’ il modo migliore per superare il divario tra il Nord e il Sud e tenere unito il paese.

Cosa ne pensa di questo “nuovo vento del Nord” che da Bologna in su sta tornando prepotentemente di moda. Può rappresentare la svolta?
Così come esiste una questione meridionale, bisogna prendere atto dell’esistenza di una questione settentrionale che non va sottovalutata. La scommessa della Lega di Salvini è risolverle entrambe.

I governatori, qualcuno li chiama i viceré, sono stati assenti nella partita per il governo. Torneranno a essere protagonisti quando si parlerà di congresso?
I governatori sono da sempre protagonisti, governano regioni importanti e anche bene. I congressi servono per discutere e per confrontarsi, la loro voce sarà tenuta di sicuro in considerazione al pari della base che è il vero asse portante del nostro movimento politico.

Per quanto riguarda la coalizione, bisognerà dimostrare “forza” soprattutto nelle trattative sulle Regione. Mollare la Lombardia a Fdi o Fi, ad esempio, significherebbe autodefinirsi stampella…
Sono convinto che il candidato presidente in Lombardia sarà Attilio Fontana e troveremo di sicuro una quadra con gli alleati del centro destra.

Ha mai pensato a un futuro da governatore?
Sono felicissimo di fare il capogruppo in Senato perchè penso sia uno dei ruoli più belli per chi ama fare politica. Per il futuro ho pensato più volte che mi piacerebbe fare il Sindaco della mia città, Monza.

La prima battaglia della Lega in Parlamento è stata quella sul contante. Qualcuno ha detto è stata solo un’occasione per dire esistiamo o peggio un’arma per avere le caselle richieste nel sottogoverno. E’ andata davvero così?
La Lega, essendo un alleato importante per la coalizione, è giusto che metta in risalto le idee politiche a cui più tiene. Barattare le proprie idee con delle caselle di governo non appartiene alla nostra cultura.

Quale sarà, a parte i migranti, la prossima battaglia che intendete intestarvi?
Più che intestarci direi che vorremmo concretizzare. Lo abbiamo detto chiaramente in campagna elettorale, dalla Flat tax, a quota 41, alla pace fiscale. Tenendo presente che la priorità in questo momento è mettere in sicurezza imprese e famiglie dai rincari energetici.

I suoi la chiamano il “paciere”. Dopo essere rimasto fuori dalla partita di Palazzo Chigi, potrà essere protagonista in quella per il congresso?
Il mio ruolo di capigruppo è quello di trovare le giuste mediazioni in Parlamento nel rispetto del programma di governo. Non c’entra nulla con la normale dialettica del partito che non ha bisogno di un paciere.

Esiste, allo stato, un nome alternativo a Salvini per la segreteria?
Per quale motivo dovremmo cercare una figura alternativa a Salvini per la segreteria?

Sulla questione Esteri, più di qualcuno crede che sia Romeo il più atlantista dei salviniani. La Lega, intanto, in Italia, è considerato il partito più filosovietico. Questa posizione non l’ha mai creata disagio?
La Lega, nel rispetto del patto atlantico e del coordinamento europeo, ha caldeggiato sin dall’inizio una soluzione diplomatica al conflitto. Il problema è che se chiedi di lavorare a dei negoziati di pace vieni subito tacciato di essere filo putiniano.

Una norma per regolare i rave era attesa. Ma lo sgombero del rave di Modena in diretta TV e il decreto per vietarli dal cdm sono una coincidenza nuova. E’ stato un caso?
Guardo ai fatti. E con il ministro Piantedosi si è subito visto il cambio di passo rispetto a quanto accadeva in passato. Con la Lega al governo siamo sicuri che la sicurezza aumenterà. Gli italiani hanno diritto a vivere in tranquillità senza doversi guardare alle spalle.

Dopo l’anniversario della marcia su Roma e la mancata condanna ai fascisti di Predappio, si riapre la polemica sul 25 aprile per le parole di La Russa alla Stampa. Siamo alla vigilia di un tentativo di pacificazione oppure ha ragione chi dice che alla fine sul neofascismo si condanna a parole ma i gesti conseguenti non verranno?
Anche in questo caso è bene non perdere di vista l’aspetto più importante: il presidente La Russa nel giorno del suo insediamento ha fatto un discorso di assoluto livello, di coesione e pacificazione. E poi anche i gesti hanno il loro valore e i fiori alla senatrice a vita Segre sono stati un bel gesto inequivocabile.


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