Economia

Panetta, il riscatto del Sud per tornare grandi in Europa

di Giovanni Vasso -

Il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta nel corso del suo intervento al Meeting di Rimini, 21 agosto 2024. ANSA/DORIN MIHAI


Se il Sud si svegliasse, per il governatore di Bankitalia Fabio Panetta l’Italia diventerebbe una potenza europea. E non avrebbe più bisogno di arroccarsi al diritto del fondatore per provare a contare qualcosa nel Vecchio Continente. Se da concetto buono per intitolare convegni, come quello svoltosi ieri a Catania nell’ambito del tour nazionale di Bankitalia, lo sviluppo del Mezzogiorno divenisse realtà, tutto il Paese ne beneficerebbe. Ma queste cose ce le diciamo da anni. C’è un’intera letteratura più o meno meridionalista sul tema. Con tanto di numeri, cifre e dati. Quelli, per capirsi, citati ieri a Catania dal governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta secondo cui se il Pil delle Regioni meridionali, oggi pari alla metà di quello del Centro-Nord, salisse giusto al 75%, ebbene l’Italia si ritroverebbe “con un reddito pro capite superiore a quello della Francia”. Panetta si iscrive al club, folto per la verità, di coloro che pensano che colmare il divario territoriale tra Nord e Sud potrebbe funzionare, per l’Italia, così come la riunificazione ha funzionato per la Germania: dando all’Ovest un nuovo, e ricchissimo, mercato in grado di trascinare il Paese a diventare la locomotiva economica europea. Se ne parla da anni, troppi anni, del Sud. Intanto, però, il Mezzogiorno ha perso quota e competitività. Le crisi hanno colpito durissimo proprio lì dove il tessuto economico era più fragile: “La crisi finanziaria e quella dei debiti sovrani hanno dato origine a una prolungata fase di contenimento dei saldi di bilancio e a un crollo degli investimenti pubblici che hanno colpito il Sud con durezza, provocando tra il 2007 e il 2019 una contrazione del Pil di ben 10 punti percentuali a fronte di 2 nel resto del Paese”, spiega Panetta. Che aggiunge: “Gli investimenti in rapporto al Pil sono scesi per la prima volta dagli anni ‘50 al di sotto dei valori, pur bassi, del Centro Nord. Nel periodo successivo alla pandemia – ha ricordato l’inquilino di Palazzo Koch – il Mezzogiorno ha invece conseguito risultati migliori di quelli dell’intera economia italiana. Tra il 2019 e il 2023 il prodotto è aumentato del 3,7 per cento, contro il 3,3 nelle altre regioni; le esportazioni sono cresciute del 13 per cento, 4 punti in più del Centro Nord. L’occupazione è salita del 3,5 per cento, a fronte dell’1,5 nel resto del Paese. Il tasso di disoccupazione è sceso di 3,6 punti, il doppio che nelle regioni centro-settentrionali”. Trend che potrebbero anche essere migliori dal momento che Fabio Panetta dichiara: “Secondo i nostri indicatori congiunturali, l’espansione dell’economia meridionale sarebbe proseguita nel primo semestre di quest’anno”. Il governatore di Bankitalia, infine, è sicuro: il Pnrr reciterà un ruolo decisivo per il rilancio dell’economia meridionale a patto che i progetti “non vengano fatti tanto per spendere i soldi” ma ci si concentri su strategie e infrastrutture capaci di “rafforzare e potenziare le capacità produttive dell’economia”.


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