Economia

La sugar tax unisce sindacati e imprese: “Rinvio subito”

di Giovanni Vasso -

20060503 - NEW YORK - CRO - BAMBINI CICCIONI, IN USA STOP ALLE BIBITE GASSATE A SCUOLA - Un'immagine d'archivio che mostra due adolescenti mentre bevono con la cannuccia una bibita da una lattina. Grazie a una fondazione creata dall'ex presidente Clinton i grandi distributori di bevande si accordano per ritirare le bibite gassate dalle scuole pubbliche statunitensi. CARLO FERRARO/ANSA-ARCHIVIO/TO


L’ennesima crociata dei buoni sentimenti rischia di mandare kappaò l’economia italiana: ecco la sugar tax e il settore adesso trema. La norma, introdotta nel 2019 dal Governo Conte (con l’obiettivo di incassare almeno due miliardi di euro), e per diversi anni rinviata, dovrebbe entrare in vigore già dal prossimo 1 luglio. Ma già ha sortito un effetto: quello di unire sindacati e imprese contro le norme, peggiorative, che rischiano di mandare a carte quarantotto il comparto. Lavoratori e imprenditori hanno paura che la tassa, una sorta di addizionale applicata nella misura di dieci euro a ettolitro o 25 centesimo a chilogrammo per prodotto non diluito, che per i primi due anni sarà dimezzata (5 euro e 0,13 cents) possa generare una clamorosa débacle dei consumi, che è proprio l’obiettivo che la tassa, inizialmente posposta al 2026 e quindi “reintrodotta” quest’anno, si è imposta per “combattere l’obesità”, tale da mettere a repentaglio non solo fatturati, dividendi e investimenti ma anche posti di lavoro.

Ma per il segretario generale della Fai-Cisl Onofrio Rota il rischio potrebbe essere quello di causare “ricadute occupazionali pesanti su uno dei comparti più importanti della nostra industria alimentare, senza creare alcun beneficio in termini di salute pubblica”. Ciò perché “la lotta al cosiddetto junk food va realizzata con un progetto educativo di ampio respiro, che coinvolga il mondo della scuola e della sanità” e non gravando “sulle tasche dei consumatori con una nuova tassa che non porterebbe ad alcun risultato nella lotta a obesità e altre malattie, come peraltro riscontrato già in altri paesi”. Preoccupata anche la segretaria Uila-Uil Enrica Mammuccari secondo cui si tratta di “un’imposta sbagliata e dannosa per il Paese” e sottolinea come “il fenomeno dell’obesità non possa essere efficacemente contrastato con l’introduzione di tasse”. Per la sindacalista “il rischio è che la Sugar Tax comporti un incremento dei prezzi dei prodotti con conseguente riduzione dei consumi interni e dell’export: un combinato disposto con prevedibili ricadute negative sulla produzione e sull’occupazione”.

Assobibe, l’associazione Confindustria che riunisce i produttori di bevande analcoliche italiane, è sul piede di guerra: “Chiediamo con fiducia al governo di continuare a lavorare per individuare soluzioni utili al rinvio di misure puramente ideologiche dannose per il Paese perché aumentano l’inflazione, penalizzano i cittadini e affossano le imprese nel picco di produzione in vista della stagione estiva”. Il presidente Giangiacomo Pierini è infuriato: “L’introduzione della sugar tax a poche settimane dall’avvio della stagione estiva, la più importante per il nostro mercato che continua a non essere positivo nel 2024 così come anche nel 2023, sembra voler mettere davvero ulteriormente in crisi le imprese, anziché sostenerle”. Quindi sciorina i numeri: “Vanno evitati gli effetti della tassa su tutti gli anelli della Filiera, stimati da Nomisma in una contrazione delle vendite (-16 per cento), degli investimenti (-46 milioni), degli acquisti di materia prima (-400 milioni), oltre ai rischi occupazionali conseguenti (-5 mila posti di lavoro)”. Una iattura. Anche Italgrob, la federazione italiana dei distributori Horeca di Confindustria si unisce alla richiesta di rinvio: “La mancata proroga della sugar tax rischia di essere un macigno per l’industria della distribuzione Horeca”, affermano il presidente Antonio Portaccio e il dg Dino Di Marino: “Questa tassa si configura come una misura iniqua e vessatoria verso il settore che avrà ripercussione sia sulla filiera primaria che sui consumatori finali ma soprattutto sui livelli occupazionali che rischiano di pagarne il prezzo più alto. Troviamo perciò che l’introduzione della Sugar Tax, sia penalizzante per l’intero comparto e per l’indotto tutto, che non esenta i consumi fuori casa e quelli della ristorazione”.

La politica tenta di metterci una pezza e Forza Italia si schiera, in prima linea, per il rinvio dopo le notizie sulla “bollinatura” del provvedimento che introduce l’applicazione della tassa. È sceso in campo direttamente il vicepremier Antonio Tajani: “Aggiungere ora un’altra a livello nazionale contro un voto del Parlamento su un odg che diceva di rinviare di 2 anni l’ingresso della sugar tax appunto, con il parere positivo del governo votato da tutta la maggioranza, mi pare una incongruenza. Non c’è nessuna polemica, dico che non si fanno tanti introiti e si rischia di mettere in difficoltà le imprese”.


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