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Sul satellite MTG arriva il “fulminometro” realizzato da Leonardo

di Redazione -


Raggiungerà nei prossimi giorni lo stabilimento di Thales Alenia Space in Francia per essere integrato sul primo satellite Meteosat Third Generation (MTG), il Lightning Imager, il “fulminometro” progettato, costruito e collaudato da Leonardo con il supporto di numerosi partner internazionali nello stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze).

La consegna dello strumento rappresenta un ulteriore passo verso il completamento del satellite MTG che sarà sottoposto a ulteriori test prima del lancio, attualmente previsto per dicembre 2022 da Kourou, in Guyana Francese.

Il Lightning Imager è uno strumento di osservazione che, da oltre 36.000 km di distanza dalla Terra, è in grado di “vedere” i fulmini nell’atmosfera terrestre e operare delle analisi fondamentali per gli scopi dei satelliti Meteosat Third Generation (MTG), inviati in orbita proprio col compito di monitorare i fenomeni atmosferici che si verificano sul nostro Pianeta. Lightning Imager (LI), il primo “acchiappafulmini” spaziale d’Europa, è l’unico a livello globale con caratteristiche avanzate che, a differenza di altri – sino a oggi capaci di individuare solo grappoli di fulmini -, è in grado di intercettare anche un solo fulmine a 36 mila chilometri dalla terra e il suo apporto all’interno della strumentazione tecnologica del MTG farà la differenza nello studio di questo fenomeno meteorologico.

Lightning Imager – informa Leonardo – è stato progettato a Campi Bisenzio da un team composto da circa 30 ingegneri e tecnici, coordinati da Carlo Simoncelli, programme manager dello strumento e guidati, per la parte ingegneristica, da Guia Pastorini. Il team ha lavorato per nove anni al fulminometro, da quando nel 2012 Thales Alenia Space lo ha commissionato a Leonardo per conto di ESA (Agenzia Spaziale Europea) con l’obiettivo di integrarlo sul primo satellite Meteosat di terza generazione (MTG). Meteosat Third Generation, programma sviluppato dall’ESA, in collaborazione con EUMETSAT, prevede sei satelliti, quattro MTG-I (imaging) e due satelliti MTG-S (sounding), posizionati in orbita geostazionaria, a circa 36.000 km dalla Terra. Il Lightning Imager sarà a bordo dei quattro satelliti “imaging”. Terminato il primo LI, gli ingegneri di Campi Bisenzio inizieranno a produrre i successivi tre.

Il cacciatore di fulmini di Leonardo sarà in grado di trasmettere dati dal suo stazionamento nello Spazio alle stazioni a Terra, le quali potranno aiutare i meteorologi a elaborare previsioni meteo più accurate, fornire informazioni preziose per lo studio e l’approfondimento dei fenomeni atmosferici, ma anche contribuire alla sicurezza del trasporto aereo. I fulmini rappresentano, infatti, una minaccia imprevedibile per gli aerei in volo e, pertanto, l’impiego del LI fornirà gli strumenti necessari a reperire informazioni utili sulla posizione delle tempeste ed evitare qualunque tipo di ripercussione sul velivolo e sul suo volo.

Composto da quattro telescopi, con cinque lenti ciascuno che guardano la Terra per catturare i dati dell’emisfero terrestre centrato sull’Europa, Nord Africa, Medio Oriente e del Sud America, Lightning Imager sarà in grado di rilevare la scarica elettrica dei fulmini dallo Spazio in qualsiasi condizione di luce, sia di giorno che di notte e in qualsiasi scenario terrestre (mari, città, deserto). Ognuno dei quattro telescopi acquisirà sino a 500 immagini al secondo, permettendo alle agenzie europee di ottenere informazioni preziose anche in relazione alle aree più remote e agli oceani che oggi non dispongono di stazioni meteorologiche.

Lightning Imager è un sistema altamente complesso la cui realizzazione ha previsto lo sviluppo di sistemi ottici in grado di cogliere il lampo di un fulmine anche in situazioni di luce riflessa, come quando il Sole rifletterà direttamente sulle lenti del fulminometro o sulla superficie del mare. Per superare tali ostacoli, gli ingegneri hanno sviluppato una soluzione particolarmente articolata inserendo degli speciali filtri in grado di oscurare solo la luce di contorno e di riconoscere la luce generata dal fulmine. Non solo, le schede elettroniche in dotazione a Lightning Imager calibrano autonomamente la luminosità degli scatti e gli permettono di “autoregolarsi” in base allo scenario osservato per consentire allo strumento di distinguere un fulmine sia in scenari estremamente luminosi, come in zone ad alta densità abitativa o in casi di luce riflessa, sia in scenari estremamente bui come nel deserto.


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