Suoni di sirene e tonfi nel cielo di Tel Aviv
Le sirene di allarme sono risuonate quest’oggi a Tel Aviv e nella zona centrale di Israele. La gente, come accade da ormai tre settimane, ha raggiunto i rifugi. In aria si sono sentite numerose esplosioni causate dall’intercettazione dei razzi da parte del sistema di difesa Iron Dome.
Attesa e speranza fanno da cornice all’incontro tra il premier israeliano Benyamin Netanyahu e i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas.
Accuse incrociate anche sui morti. Nelle ultime ore diverse fonti occidentali hanno rilanciato la notizia di una moltiplicazione “propagandistica” del numero delle vittime palestinesi ad opera di autorità vicine ai miliziani per esacerbare gli animi e tirare il mondo arabo nel conflitto con lo storico avversario nella regione.
Israele ha ordinato al proprio personale diplomatico in Turchia di lasciare il Paese. Lo ha annunciato con un post su X il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, riferendo di avere impartito la disposizione a tutta la rappresentanza “allo scopo di riconsiderare le relazioni Israele-Turchia”. A far deflagrare le tensioni con Ankara sono state le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel corso di una manifestazione di piazza pro-Palestina a Istanbul.
Il leader turco, secondo quanto riportato dalla Tass, ha dichiarato che il suo Paese sta lavorando per dichiarare Israele “criminale di guerra”.
Antonio Guterres chiede di porre fine agli scontri. “Incoraggiato da quello che sembrava essere un crescente consenso sulla necessità di almeno una pausa umanitaria in Medio Oriente, sono rimasto invece sorpreso da un’escalation di bombardamenti senza precedenti, che minano gli obiettivi umanitari”. Con questo tweet il segretario generale dell’Onu ha rinnovato il suo appello “per un immediato cessate il fuoco umanitario, insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi e alla consegna di aiuti di livello corrispondente ai drammatici bisogni della popolazione di Gaza, dove una catastrofe umanitaria si sta consumando davanti ai nostri occhi”.
L’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha invocato “urgentemente” una “pausa nelle ostilità” per consentire l’accesso di aiuti umanitari.
“Condanniamo tutti gli attacchi contro i civili, compresi i continui attacchi missilistici indiscriminati contro Israele, e chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”, ha scritto Borrell su X .
“E’ urgentemente necessaria una pausa nelle ostilità per consentire l’accesso umanitario. Gaza è in completo blackout e isolamento mentre continuano i pesanti bombardamenti”, ha continuato il capo della diplomazia Ue, segnalando come l’Onu abbia messo “in guardia sulla situazione disperata della popolazione di Gaza senza elettricità, cibo, acqua. Troppi civili, compresi i bambini, sono stati uccisi. Questo è contro il diritto internazionale umanitario”.
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