Economia

SUPERBONUS QUANTI ERRORI

di Giovanni Vasso -

Fabio Vidotto, AD detrazionifacili.it


Una catena di errori chiamata Superbonus: una legge nata male e, se possibile, modificata anche peggio. Ma i nodi, come fin troppo noto, vengono sempre al pettine. E perciò, oggi, tra confusione montante e crediti bloccati, plafond esauriti e pazienza finita, l’Italia si ritrova punteggiata di cantieri fermi che così rimarranno. “L’unica vera soluzione sta nella cessione dei crediti bloccati nelle casse dei professionisti, delle imprese e dei clienti. Il fatto che, come sta emergendo, lo Stato abbia sbagliato a fare i conti è un problema che riguarda tutta Italia”. Così Fabio Vidotto, amministratore delegato di Detrazionifacili.it, spiega a L’Identità lo stato dell’arte sulla vicenda Superbonus: “L’ideale sarebbe stato di gestirlo con un meccanismo di prenotazione, come accade per altri bonus: ho un lavoro da un milione, presento la pratica a un ente preposto, dopo la validazione mi viene riservato l’importo. Così lo Stato avrebbe potuto controllare le spese e avere tutto sotto controllo. Così non è stato, come sappiamo, con continue modifiche per tentare di tamponare gli errori iniziali”.

 

E gli errori, come al solito, si pagano a valle. “Nonostante ci sia qualche piccolo spiraglio di riapertura, la situazione è drammatica. Il Superbonus funziona solamente con la cessione del credito dal momento che la capienza Irpef deve essere davvero elevata per scegliere la detrazione fiscale. Dalla nostra esperienza, su oltre mille pratiche, forse meno dell’1% ha scelto questa soluzione. Tutti, o quasi, hanno optato per la cessione o per lo sconto in fattura. Ma se il credito non circola e non viene liquidato dalle imprese o dai clienti, la conseguenza è ovvia: cantieri bloccati, ponteggi sulle facciate, imprese costrette a rinunciare ai contratti”. Ma lo sbaglio, secondo Vidotto, è stato fatto a monte. “Il “110” ha distorto, sicuramente, la percezione dei proprietari. Che hanno pensato di poter fare enormi quantità di lavoro a costo zero. Non è stato approcciato con la mentalità giusta che sarebbe stata quella di migliorare il proprio fabbricato allo scopo di ridurre consumi e impatto energetico”.

 

Mentre il Superbonus boccheggia, si apre un’altra partita. Che è quella della direttiva sulla casa green. “Aspettiamo la versione definitiva – dice Vidotto -, consentire ai proprietari di poter mettere sul mercato delle compravendite o degli affitti gli immobili con una classe energetica adeguata è un ottimo momento di svolta. C’è da capire, però, con quali soldi si debbano fare questi interventi. Sicuramente i bonus in edilizia ci sono sempre stati e si sono sempre rivelati un acceleratore. Comunque i bonus sull’efficientamento energetico devono continuare a rimanere anche per appoggiare e spingere gli obiettivi della direttiva green”. Adesso, però, bisogna risolvere la questione che rischia di paralizzare centinaia di cantieri e un intero settore economico, quello dell’edilizia. Se dovesse dare un’indicazione di metodo al governo, Vidotto indicherebbe “lo sblocco della cessione dei crediti con una cessione del credito libera”, in pratica sarebbe opportuno “tornare alla prima modalità, concessa con l’avvio del super bonus e quindi una circolazione dei crediti libera, così che le banche possono rivendere liberamente il credito questa particolare i vincoli. Perché il problema, anzi l’unico vero problema, in questo momento è questo”.


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