Sveglia! Il mondo è quello di Trump
Si fa un gran parlare (spesso a sproposito) di come Donald Trump e chi è con lui invece che contro di lui siano la rovina della civiltà occidentale. Più il presidente Usa spariglia tutto, provoca e bluffa a rotta di collo, più le anime belle liberal, i radical chic, la sinistra ancora ferma al cambiamento climatico, al green deal, al woke e ai diritti Lgbtq (sveglia! Il mondo è cambiato) si stracciano le vesti lanciando allarmi di democrazia sotto attacco. I politologi dal canto loro si sperticano in analisi ombelicali, autoreferenziali parlando di crisi della politica così come la conosciamo e di valori occidentali calpestati per sempre. La verità come sempre sta nel mezzo: guardiamo a casa nostra, in Europa il vento è cambiato e ora (anzi, da un bel po’) spira a destra. E non c’entra Trump. Da noi la tendenza si è invertita prima che negli States: mentre il dem guerrafondaio Biden faceva danni in giro per il mondo, in diversi Paesi Ue vinceva la destra. Oggi la situazione è però preoccupante, perché per esempio in Germania si è consumato l’ennesimo tentativo di ostacolare il processo democratico – che si esprime attraverso il voto e l’alternanza di governo – dichiarando AfD – il primo partito del Paese secondo i sondaggi, oggi relegato all’opposizione dagli inciuci in salsa Ursula – di “estrema destra” e quindi pericoloso per la democrazia. E quindi oggetto di pedinamenti, intercettazioni e infiltrazioni da parte dell’intelligence (neanche fosse un’organizzazione criminale). Tutto questo mentre dal Regno Unito (che non è più Ue ma è e resta Europa) arriva l’exploit di Reform Uk. Il partito di destra populista di Nigel Farage, il papà della Brexit, ha vinto un’elezione suppletiva in un seggio – a Runcorn – dove solo pochi mesi fa i laburisti avevano preso il 53% (con Reform fermo al 18%). La formazione di Farage ha vinto anche nel Lincolnshire con il 42%, relegando i Tory al secondo posto col 26%. Reform sta vincendo ovunque nelle amministrative britanniche. Siamo alla fine del bipolarismo, insomma: tra Tory e Labour il terzo gode. Mancano ancora quattro anni, ci mancherebbe, ma Farage allo stato attuale ha grandi chance di essere il prossimo premier. Lui che è trumpiano, come dicono i media. Oppure, molto più semplicemente: non è di sinistra né di centrodestra, ma di destra. Finché non sarà reato anticostituzionale e attentato alla costituzione (in questo gli Usa sono più libertari da noi, anche se lì ti sparano ai comizi), Farage e tutti coloro in ogni angolo d’Europa che la pensano come lui hanno ogni diritto di poter correre alle elezioni. È la democrazia, bellezza. Ma quella vera, però, che vale anche quando non vincono i “buoni”, ossia gli immigrazionisti, i mondialisti, nemici dell’Europa, della famiglia “normale” e del comune buon senso.
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