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Taiwan accusa la Cina: “103 caccia attorno all’isola”

Venti di guerra tra Taiwan e la Cina. Taipei accusa: 103 aerei da guerra cinesi sarebbero stati rilevati attorno all’isola. Il ministero della Difesa di Taiwan ha puntato il dito contro le forze armate della Cina: “Sono state rilevate un totale di 103 voli sul mare, il che rappresenta un grande, recente aumento e ha causato gravi conseguenze per la sicurezza dello Stretto di Taiwan e della regione. Una sfida seria”.

Ma non basta: “La continuazione delle aggressioni militari da parte dell’esercito comunista può facilmente portare a un forte aumento della tensione e a un peggioramento della sicurezza regionale. Chiediamo alle autorità di Pechino di assumersi le proprie responsabilità e di porre immediatamente fine a tali azioni unilaterali distruttive”. Insomma, la tensione continua a crescere in un’area fortemente a rischio come quella dell’Indo-Pacifico.

Intanto, nelle scorse ore, il capo della diplomazia cinese Wang Yi aveva sollecitato gli Stati Uniti, durante un incontro con il segretario per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, a “mantenere l’impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan”. Gli Usa, dunque, devono restare fuori dallo scontro che coinvolge Pechino e Taipei, con Taiwan che non ha la minima intenzione di cedere un grammo della sua sovranità sacrificandola al progetto della Grande Cina voluto fortemente dal presidente Xi. I colloqui si sono tenuti a Malta. La Casa Bianca ha riferito che “le parti hanno discusso, tra l’altro, di questioni chiave nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina, di questioni di sicurezza globale e regionale, della guerra della Russia contro l’Ucraina e delle questioni tra le due sponde dello Stretto”.

La tensione tra le parti, intanto, continua a salire. Lo scenario è cruciale per disegnare i confini delle sfere di influenza e per ribadire o trasformare gli equilibri geopolitici in un’area che, da sola, vale un quarto dell’intero commercio globale.

Venti di guerra tra Taiwan e la Cina. Taipei accusa: 103 aerei da guerra cinesi sarebbero stati rilevati attorno all’isola. Il ministero della Difesa di Taiwan ha puntato il dito contro le forze armate della Cina: “Sono state rilevate un totale di 103 voli sul mare, il che rappresenta un grande, recente aumento e ha causato gravi conseguenze per la sicurezza dello Stretto di Taiwan e della regione. Una sfida seria”.

Ma non basta: “La continuazione delle aggressioni militari da parte dell’esercito comunista può facilmente portare a un forte aumento della tensione e a un peggioramento della sicurezza regionale. Chiediamo alle autorità di Pechino di assumersi le proprie responsabilità e di porre immediatamente fine a tali azioni unilaterali distruttive”. Insomma, la tensione continua a crescere in un’area fortemente a rischio come quella dell’Indo-Pacifico.

Intanto, nelle scorse ore, il capo della diplomazia cinese Wang Yi aveva sollecitato gli Stati Uniti, durante un incontro con il segretario per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, a “mantenere l’impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan”. Gli Usa, dunque, devono restare fuori dallo scontro che coinvolge Pechino e Taipei, con Taiwan che non ha la minima intenzione di cedere un grammo della sua sovranità sacrificandola al progetto della Grande Cina voluto fortemente dal presidente Xi. I colloqui si sono tenuti a Malta. La Casa Bianca ha riferito che “le parti hanno discusso, tra l’altro, di questioni chiave nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina, di questioni di sicurezza globale e regionale, della guerra della Russia contro l’Ucraina e delle questioni tra le due sponde dello Stretto”.

La tensione tra le parti, intanto, continua a salire. Lo scenario è cruciale per disegnare i confini delle sfere di influenza e per ribadire o trasformare gli equilibri geopolitici in un’area che, da sola, vale un quarto dell’intero commercio globale.

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