L’euro forte preoccupa Tajani che sui dazi spera in un “accordo equo”
L’euro è ancora troppo forte, lo dice il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che chiede alla Bce di abbassare il costo del denaro. Proprio mentre lo stridìo dei falchi di Francoforte si fa sempre più forte e potente. Ma non è questo l’unico punto all’ordine del giorno dell’incontro che Tajani ha avuto ieri con le istituzioni americane e, in particolare, con il rappresentante commerciale Usa Jamieson Greer col quale ha avuto un incontro a Washington.
Euro forte, Tajani e il Quantitative Easing
La posizione di politica monetaria del vicepremier italiano, in buona sostanza, non è cambiata di una virgola. E non lo ha fatto proprio mentre spirano sempre più forti i venti freddi di chi vorrebbe stoppare il percorso di rientro dai tassi alti e, magari, tornare a inasprire il costo del denaro. Ma se, ieri, la vicenda era legata a filo doppio alle difficoltà incontrate dalle imprese per accedere al credito, con tutti i problemi poi a ripercuotersi sull’economia reale, oggi la questione è collegata all’euro forte. Sul quale, Lagarde in testa, scommettono in tanti: hai visto mai, che l’euro diventi la nuova valuta internazionale di riserva? Ma Tajani è scettico: “Oggi l’euro è troppo forte e per questo io dico che bisogna fare in modo che la Banca centrale europea intervenga per ridurre intanto il costo del denaro, si può ancora ridurre di un punto perché siamo al 2 per cento e ritengo che è un’altra idea, questa è la mia proposta, la Banca Centrale possa dar vita a un quantitative easing, cioè a comprare i titoli di Stato nei paesi europei, in modo che ci sia più denaro in circolazione, quindi anche il valore dell’Euro rispetto al dollaro si abbassi, perché se l’euro è troppo forte alla fine per i nostri esportatori diventa ancora più complicata, è come se ci fosse un dazio aggiuntivo, quindi per ridurre l’effetto dei dazi bisognerebbe ridurre il valore dell’euro”.
I dazi equi e la lontananza tra Ue e Usa
Sui dazi, Tajani non perde l’ottimismo ma deve anche praticare realismo: “Ho ribadito qual è la posizione italiana: vogliamo evitare assolutamente una guerra commerciale ma nello stesso tempo vogliamo difendere il sistema dell’export del nostro paese, vogliamo difendere le nostre imprese. Quindi siamo favorevoli a trovare un accordo che sia vincente per entrambi”. E ancora: “Bisogna che si arrivi ad un accordo equo. Noi confidiamo nel lavoro del commissario, il quale raccoglie anche un’ottima considerazione qui negli Stati Uniti e questo è utile per una trattativa che è all’inizio dell’ultima tappa. C’è tempo fino al primo di agosto, bisogna trattare, le posizioni non sono ancora vicinissime però bisogna continuare il dialogo perché una guerra dei dazi non conviene a noi, non conviene agli americani, perché l’Europa ha bisogno degli Stati Uniti ma anche gli Stati Uniti hanno bisogno dell’Europa”.
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