Esteri

Tajani: “La vicepresidenza della Commissione Ue deve tornare all’Italia”

di Domenico Pecile -


Parla da segretario di Forza Italia, da appartenente al Ppe, da europeista convinto. E parla soprattutto da ex vice presidente della Commissione europea. E in virtù di questo pedigree e dell’attuale ruolo di ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lancia in mischia il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto. Che, a suo avviso, “farebbe benissimo il commissario europeo”. E questo perché – motiva – “serve una persona competente, che conosca la realtà di Bruxelles. Insomma, “l’Italia deve riavere la vicepresidenza della Commissione europea” per tornare a svolgere un ruolo “importante” in Europa, “più forte di quello che ha svolto in passato. Deve essere più presente, anche a livello di funzionari apicali; deve riavere la vice presidenza della Commissione europea, che con Paolo Gentiloni abbiamo perso”. Poi precisa che non è colpa dell’esponente del Pd perché “evidentemente il governo non ha trattato come trattò Berlusconi”. Tajani aggiunge di essere consapevole “che i commissari non prendono ordini dai governi, ma un commissario deve anche essere portatore di quel contributo che l’Italia può dare all’Europa”. Un’Europa – precisa – che deve essere la sintesi dei differenti interessi, delle differenti realtà. “Quindi un commissario italiano può equilibrare, nell’interesse dell’Europa, i lavori della commissione con una presenza di idee, di proposte che vengono dalla nostra cultura. Penso al tema dell’agricoltura, penso a quello dell’industria, penso al tema della difesa. E c’è anche il tema dell’ambiente. Io sono un ambientalista, ma sono per la terza via: né negazionismo, né fondamentalismo”. Dunque, in questa visione complessiva Fitto rappresenterebbe la migliore sintesi. Certo, non c’è stata ancora alcuna discussione in merito all’interno del governo. “Non ne abbiamo parlato – conferma Tajani – inoltre bisogna vedere se una persona è disposta a farlo. Certamente Fitto lo farebbe benissimo, se volete sapere il mio giudizio. Ne parleremo dopo le elezioni europee”.
Un tema, questo, che offre l’opportunità al ministro degli Esteri per affrontare alcuni aspetti più squisitamente politici e che riguardano principalmente i rapporti con gli alleati di governo. Tajani spiega al proposito che in Europa “le alleanze si possono fare anche diverse da quelle che ci sono state nelle ultime legislature. E al proposito ricorda di essere stato eletto presidente del Parlamento europeo da una maggioranza di popolari, liberali e conservatori. Come dire allora che la priorità delle scelte sono affidate ai contenuti, “poi dipende da quello che diranno i cittadini: sono loro i padroni delle nostre decisioni”. Quindi, tutto rimandato al dopo voto di giugno quando gli scenari politici saranno molto più chiari. Ma Tajani avverte soprattutto il centrodestra che “il Partito popolare è la chiave per realizzare qualsiasi maggioranza di governo. A noi interessa la stabilità dell’Europa”. E quindi porte aperte a chi condivide determinati obiettivi, come una difesa europea guidata da un commissario europeo, come proposto dalla presidente della Commissione europea, e “ciò non va contro la Nato ma favore della Nato”.
Ma Bucarest, dove ha preso parte al congresso del Ppe, era un ‘occasione troppo ghiotta per non togliersi qualche sassolino nei confronti della Lega che più volte ha stigmatizzato per la sua alleanza con la Le Pen e con l’Afd tedesca. Questa volta, il pomo della discordia è la commissaria europea. “Quella espressa dalla Lega su von der Leyen – afferma – è un’opinione. Si sapeva la posizione della Lega. Noi di Forza Italia, invece l’abbiamo votata perché possa essere il candidato del Ppe”. Dissidi – come si diceva – soltanto rinviati.
Un Tajani a tutto tondo. Che non lesina una critica puntuta contro Parigi per la cancellazione della croce dal poster delle Olimpiadi di Parigi. “La croce è la – dice – non la si può cancellare in una foto: non è una foto che cambia la storia della Francia, la storia dell’Europa. Spero che cambieranno le cose in Francia”.


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