Cronaca

Taser a Reggio Emilia, muore un uomo di 41 anni: aperta un’inchiesta

Taser a Reggio Emilia: uomo di 41 anni muore, indagini e nuove polemiche sui rischi.

di Gianluca Pascutti -


Taser ancora una volta al centro delle cronache italiane. A Reggio Emilia un uomo di 41 anni è morto dopo essere stato colpito con l’arma a impulsi elettrici utilizzata dalle forze dell’ordine. L’episodio, avvenuto all’alba a Massenzatico, ha subito acceso nuove polemiche: negli ultimi mesi non sono pochi i casi di decessi seguiti all’uso di questo strumento di contenimento.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto riportato dalle prime fonti, intorno alle 5:30 del mattino il 41enne, un italiano con precedenti penali, avrebbe dato in escandescenze. Sul posto sono intervenuti poliziotti, operatori della Croce Rossa e personale medico con automedica e ambulanza. Di fronte allo stato di forte agitazione dell’uomo, gli agenti hanno deciso di ricorrere al Taser per immobilizzarlo e permettere ai sanitari di prestargli soccorso.

Dopo il colpo, l’uomo è stato trasportato d’urgenza all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Nonostante gli sforzi dei medici, le sue condizioni sono rapidamente precipitate fino al decesso.

Indagini in corso

La Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per chiarire ogni dettaglio. Non è ancora certo se la morte sia stata causata direttamente dall’uso del Taser, da eventuali patologie pregresse o da altre circostanze. Saranno fondamentali l’autopsia e le testimonianze di chi era presente per ricostruire con precisione gli ultimi momenti di vita del 41enne.

Polemiche sul Taser

L’episodio ha riacceso un dibattito già rovente. Negli ultimi mesi, in diverse città italiane, sono emersi casi di decessi collegati all’impiego del Taser da parte delle forze dell’ordine. I sostenitori dell’arma sottolineano che si tratta di uno strumento meno letale rispetto a pistole o manganelli, utile per proteggere agenti e cittadini in situazioni di emergenza. I critici, invece, denunciano il rischio concreto per chi viene colpito, soprattutto se in condizioni di fragilità fisica, sotto l’effetto di sostanze o con problemi cardiaci.

Una questione aperta

Il caso di Reggio Emilia non è quindi un fatto isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio che interroga istituzioni, forze dell’ordine e opinione pubblica. Ogni volta che il Taser entra in gioco, emerge il difficile equilibrio tra sicurezza collettiva e tutela della vita. La vicenda del 41enne, morto dopo essere stato immobilizzato, solleva ancora una volta la domanda: fino a che punto quest’arma può essere considerata una garanzia di protezione, e quando invece diventa un rischio troppo alto da correre?


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