Taser, Piantedosi lo difende, ma è polemica per i morti
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (nella foto) non arretra di un passo. Nel pieno delle polemiche dopo i due decessi di Olbia e Genova a seguito dell’utilizzo del Taser da parte delle forze dell’ordine, il titolare del Viminale rivendica la legittimità dello strumento. “Chi, in maniera ideologica, critica l’utilizzo del Taser deve tener presente che si tratta di uno strumento imprescindibile che viene fornito agli agenti proprio per evitare l’utilizzo di armi da sparo”, dichiara il titolare del Vimilanle, sottolineando che le regole di impiego “sono chiare e prevedono l’uso solo contro soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti”. Piantedosi per questo osserva che “vanno respinte le polemiche pretestuose contro le forze di polizia, a cui va tutta la gratitudine e il completo sostegno del nostro governo”. Le dichiarazioni del ministro Piantedosi arrivano mentre la cronaca impone interrogativi. A Genova è morto Elton Bani, muratore albanese di 41 anni, colpito con almeno tre scariche dai carabinieri intervenuti dopo una chiamata del 118 per un forte stato di agitazione. L’autopsia stabilirà le cause del decesso. Intanto la procura ha iscritto nel registro degli indagati quattro militari con l’accusa di omicidio colposo. Poche ore prima, un caso analogo aveva scosso Olbia con il decesso del 57enne Gianpaolo Demartis. Due episodi ravvicinati che hanno riacceso il dibattito sulla pistola elettrica, introdotta in Italia nel 2018 e oggi in dotazione a 5 mila operatori tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e, dal 2022, anche alla polizia locale. Il fronte politico di governo si schiera compatto con Piantedosi. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di FI, parla di “totale solidarietà agli esponenti delle forze dell’ordine”, ricordando che il Taser “è stato introdotto per ridurre l’uso delle armi tradizionali e garantire esiti non letali”. Per Gasparri i casi vanno “analizzati e investigati”, ma non possono diventare “il pretesto per un’ulteriore aggressione alle forze dell’ordine”. E non risparmia una stoccata alla magistratura, invitata a “cautela e senso di responsabilità”, qualità “troppo spesso assenti”. Sulla stessa linea Edmondo Cirielli, coordinatore della Direzione nazionale di FI: “Il Taser è uno strumento indispensabile, usato secondo i protocolli, che tutela agenti e cittadini. Nei casi di Olbia e Genova sembrano esserci state condizioni di pericolo oggettivo”. Cirielli si dice “profondamente dispiaciuto” per le morti, ma dice che “non sembrano emergere connessioni causali con l’utilizzo dell’arma elettrica, bensì una concomitanza temporale che merita approfondimenti investigativi”. Più netto ancora il sottosegretario leghista Nicola Molteni: “Abbiamo fortemente voluto il Taser con Salvini ministro. Ccontinuerò a difenderlo. È un’arma di difesa, deterrenza e sicurezza. Chi lo definisce strumento di tortura dice il falso”.
I dubbi degli esperti
Sul fronte scientifico le valutazioni sono meno rassicuranti. Mario Balzanelli, presidente nazionale della SIS 118, parla di “rischio concreto” di arresto cardiaco improvviso. “Il Taser – osserva – spara due freccette collegate a fili elettrici che scaricano fino a 50mila volt. La persona riceve venti impulsi al secondo per cinque secondi complessivi. In alcuni casi documentati, soprattutto negli Usa ma anche in Italia, la conseguenza è stata una fibrillazione ventricolare fatale”. Balzanelli ritiene “inappropriato correre il rischio di uccidere un uomo per immobilizzarlo” e propone di rendere obbligatoria la dotazione di defibrillatori semiautomatici e la formazione BLSD per gli agenti. Ma avverte: “Non è affatto scontato che anche con l’intervento immediato si possa salvare il soggetto, specie se cardiopatico”. Nel valzer delle posizioni politiche, le opposizioni vanno all’attacco. Per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, il ministro Piantedosi “dovrebbe sospendere subito l’uso del Taser e avviare un’indagine. Invece preferisce la strada della propaganda securitaria che porta l’Italia in una zona d’ombra dei diritti”. Per Magi la conclusione è perentoria: “Il Taser va abolito”. Il dibattito si consuma tra esigenze contrapposte. Da un lato la tutela degli operatori costretti a fronteggiare situazioni di violenza estrema; dall’altro i rischi, rari ma possibili, di conseguenze letali, amplificate in soggetti fragili: malati o sotto effetto di sostanze. “È molto raro in soggetti sani, ma non impossibile – spiega il cardiologo Massimo Tritto, primario all’Humanitas di Rozzano – In alcuni casi la scarica può innescare un’aritmia fatale”.
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