Tasse a rate
Fisco a rate. Arriva la possibilità di pagare le tasse un po’ per volta, a tanto al mese. Si tratta della grande, e attesa, novità istituita dalla legge delega sulla riforma fiscale. E il presidente della commissione Attività produttive alla Camera, il leghista Alberto Gusmeroli, che tra l’altro è anche co-relatore della stessa legge delega, esulta: “La Legge Delega sulla riforma fiscale è arrivata in Consiglio dei Ministri forte della piena condivisione di tutte le forze politiche di centrodestra. Durante l’iter in Commissione sono passati alcuni emendamenti molto qualificanti. Quello a cui tenevo particolarmente è una proposta che ho presentato il 5 agosto 2020 in cui proponevo di rateizzare anche l’acconto di novembre da gennaio a giugno dell’anno successivo non cambiando le modalità di calcolo nemmeno previsionale”. Gusmeroli ha parlato delle novità al webinar “Riforma del fisco e transazione fiscale: sinergie per affrontare la crisi d’impresa” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca: “E’ possibile rateizzare in questo modo perché sulla base del quesito Istat ed Eurostat non comporterebbe la necessità di una copertura economica da parte dello Stato. In più aboliamo la ritenuta d’acconto per i professionisti. Per la prima volta in cinquanta anni potremo pagare le tasse a consuntivo, quindi ad anno trascorso e a redditi guadagnati. Più liquidità per le attività economiche, meno possibilità di finire a credito. È una svolta storica”.
La novità non mette d’accordo le anime politiche in Parlamento. Luciano D’Alfonso (Pd) ha affermato: “Ci sono stati passi in avanti molto importanti che devono essere ulteriormente declinati. Il fisco deve costituirsi amichevole, collaborativo, rigoroso e nello stesso tempo capace nei confronti di chi produce ricchezza”. Emiliano Fenu (M5s) è scettico: “Su quella che è la voce più consistente tra i debiti delle imprese che finiscono in una procedura esecutiva, sicuramente i debiti fiscali e contributivi sono tra i più importanti. E su questo non si è fatto assolutamente nulla. Non è più pensabile che mentre tutti gli altri creditori, anche quelli che godono di privilegio o di una prelazione, vanno incontro a una falcidia del loro credito, l’amministrazione finanziaria o l’Inps restano sempre indenni”.
Torna alle notizie in home