Economia

Tassi fermi, la Bce rimanda tutto a settembre

Il mantra di Lagarde: "Scelta all'unanimità, decisioni volta per volta"

di Cristiana Flaminio -

BCE EUROTOWER EURO TOWER SEDE


La Bce si è presa una pausa: tassi fermi, nessun taglio. Si resta al 2%, tutto rimandato a settembre. Così come ci si attendeva alla vigilia della riunione di luglio. La decisione del board della Banca centrale europea pone fine a una lunga volata di rientro dai tassi stellari imposti durante il clou della crisi energetica che aveva fatto insorgere il gran problema dell’inflazione. La cura da cavallo imposta all’economia europea, però, aveva finito per sortire effetti nefasti sulla produzione e sulla competitività del Vecchio Continente al punto da causare la stagnazione prima e la recessione poi in Germania. Ma questa, per adesso, è storia vecchia.

Tassi fermi, Bce rimanda a settembre

Christine Lagarde, illustrando la scelta Bce di fermare almeno per un po’ la discesa dei tassi di interesse, ha riferito che “la decisione di mantenere invariati i tassi di interesse è stata presa all’unanimità”. E ha poi continuato: “Posso anche dirvi che la valutazione del rischio, ben illustrata nella dichiarazione di politica monetaria, è stata ampiamente condivisa dai membri del consiglio direttivo”. Una volta tanto, dunque, falchi e colombe non se le son date di santa ragione: “I dati, man mano che arrivano, dobbiamo deciderli riunione per riunione”, ha ripetuto Lagarde citando il mantra che la accompagna ormai da tempo.

“Volta per volta”

Il mantra di Lagarde, già. Lo stesso che ha voluto recitare anche la Bce in una nota che ha dato conto delle decisioni di oggi: “Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse si baseranno sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi ad esse connessi, alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria”. Nessuna presa di posizione ideologica, dunque. Il Consiglio inoltre “è pronto ad adeguare tutti gli strumenti di cui dispone nell’ambito del suo mandato per garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine e per preservare il regolare funzionamento della trasmissione della politica monetaria”. Se ne parla a settembre, dopo l’estate: per ora i tassi restano fermi al 2%. Dopo chissà.


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