Esteri

Teheran avverte Usa e Uk: “Non testate la collera della regione”

di Ernesto Ferrante -


Teheran “condanna con forza gli attacchi militari di Stati Uniti e Gran Bretagna contro lo Yemen e l’aggressione americana in Iraq e in Siria”. Lo ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, spiegando che nel corso dell’incontro avuto con il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, gli ha detto chiaramente: “Continuare la guerra non è la soluzione. Testare la collera della regione non è la soluzione. Consideriamo la sicurezza di Iraq, Siria, Yemen e Palestina come la sicurezza della regione”.

Sette combattenti curdi delle forze sostenute dagli Usa sono morti in un attacco sferrato con un drone contro “contro una base dell’occupazione americana nel giacimento di al-Omar”, nell’est della Siria. La Resistenza islamica in Iraq ha rivendicato l’azione. La Guida suprema della Repubblica islamica iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha rivolto un appello al “mondo musulmano” affinché chieda al proprio “governo di tagliare le relazioni economiche con il regime sionista”.

L’ostilità verso Tel Aviv unisce gli ex rivali. E’ arrivato a Baghdad per colloqui il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, Ali Akbar Ahmadian. Il rappresentante della Guida Suprema è stato accolto da Issam al-Saadi, vice consigliere per la sicurezza nazionale dell’Iraq. Aerei da combattimento dell’Idf hanno colpito un centro di comando operativo di Hezbollah e un complesso militare nella città di Yaroun, nel sud del Libano. Tre militanti hanno perso la vita. Lo ha comunicato l’esercito israeliano, aggiungendo che è stato anche distrutto un posto di osservazione di Hezbollah nella città di Maroun El Ras.

Due razzi lanciati dal territorio libanese sono caduti in campi aperti vicino alla città di Nahariya, nel nord dello Stato ebraico. Hamas sta ancora valutando la proposta sul rilascio degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco, con “tutti i rappresentanti delle diverse fazioni e organizzazioni della sfera palestinese”. Secondo un funzionario del gruppo, non mancherebbero delle riserve sostanziali, riguardanti in primis la mancanza di un riferimento ad “una cessazione completa dell’aggressione e le garanzie internazionali”.


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